“Siamo certi che Egli ci ascolta, siamo certi
che Egli ci aiuta, siamo certi che Egli non cesserà di assisterci giorno per
giorno, momento per momento, fino alla vittoria contro la cultura di morte che
ci minaccia. Questa cultura, questo sistema, ha in sé stesso i germi della sua
auto-distruzione. La causa per cui combattiamo contiene invece in sé i germi
della vita e della vittoria. Noi rappresentiamo il futuro, non solo per quanto
riguarda l’Italia, ma per quanto riguarda il mondo.”
Con
queste vigorose e commoventi parole, pronunciate da Virginia Coda Nunziante sul
grande palco posto alla fine dei Fori imperiali, si è chiusa l’ottava edizione
della Marcia per la Vita, in ricordo del piccolo Alfie Evans. Una Marcia
bellissima, partecipata oltre le più rosee aspettative, nonostante i colpevoli
silenzi dei molti, troppi, “cattolici” e delle opposizioni (quelle sì,
manifeste) dei difensori dell’aborto. Una Marcia che, è bene subito ribadire,
segna un punto di non ritorno. Che si rassegnino i vari gufi e gufetti, gli
ignavi, i difensori della vita da tastiera, i democristianucci de “la 194 è una
legge che non va abrogata ma applicata meglio”. La Marcia andrà avanti,
comunque vada. Il successo dell’ottava edizione, avversata dall’esterno ma
anche dall’interno del mondo cattolico, sta lì a dimostrare che la strada
imboccata è quella giusta, e che ormai il popolo della vita ha capito che per
fare sentire la propria voce, deve riappropriarsi delle piazze, deve dare
pubblica testimonianza delle proprie idee, senza paure e senza timori di ledere
il politically correct.
E
pensare che via via che i giorni passavano, e il 19 maggio si avvicinava, i
timori di non riuscire ad organizzare un pullman avevano pervaso, ahimè, anche
il sottoscritto e l’amico Pucci Cipriani. Troppe telefonate erano rimaste prive
di risposta, i vecchi e nuovi amici non rispondevano neanche ai messaggi che li
sollecitavano a partecipare. Neanche il minimo sforzo di aiutarci su facebook
propagandando la Marcia (eppure c’è chi sui social network ci passa giornate
intere…). Dalle parrocchie pochi segnali di vita, anche l’ambiente
“tradizionalista” sembrava anestetizzato. La rabbia cresceva dentro di me, o
forse era solo delusione. Eppure oramai avrei dovuto essere abituato, ma
tant’è…
Ma
anche io sono un uomo di poca fede, e avrei dovuto ben sapere che il Signore
non ci avrebbe abbandonato. E così, la mattina del 19 maggio, quando con Pucci ci
ritroviamo alle 7.00 al punto di ritrovo fissato per la partenza, ecco che il
pullman è praticamente pieno. Qualcuno è arrivato anche da Pisa pur di
partecipare. Un folto gruppo, capeggiato dall’amico Leonardo Rossi è arrivato
da Empoli. In diversi arrivano dal Mugello, con loro il giovane Fabio
(fotografo ufficiale del gruppo). Abbiamo la benedizione di avere ben due
sacerdoti per l’assistenza spirituale. Un altro lo raccatteremo lungo la via. Bene
ci siamo tutti, si parte! Una veloce sosta alla Certosa del Galluzzo, un ultimo
sguardo alla cupola del Brunelleschi, ed il pullman punta diretto verso l’Urbe.
Il
concentramento è in Piazza della Repubblica alle 14,30. Siamo in anticipo di
qualche minuto, e la piazza è ancora quasi vuota. Il giovane Fabio – alla sua
prima Marcia - mi guarda, un po’ dispiaciuto: “Pensavo saremmo stati di più….”. Passo lo sguardo sulla piazza,
esito un attimo e poi: “Aspetta Fabio,
ancora qualche minuto… non disperare”. Ed ecco, improvvisamente sbucare dalle
vie laterali centinaia, migliaia di persone che festanti si riversano nella
piazza. Sono famiglie con bambini piccoli, ragazzi (tantissimi!), sacerdoti,
frati (anche dei Francescani dell’Immacolata, che Dio li protegga!), chi da
solo chi con la parrocchia, in tanti si sono mossi da tutta Italia. Tantissimi
cartelli e striscioni in difesa della vita e per l’abrogazione della legge 194;
molte le sigle dei movimenti presenti. Guardo le sigle: Napoli, Bergamo,
Genova, Siena, Trieste, Bari, sono venuti proprio da tutta la penisola!
Una
leggera brezza rende più gradevole l’assolata giornata romana, e nel mentre il
corteo si muove, scorgiamo molte facce conosciute: molti li avevamo visti pochi
mesi orsono a Civitella del Tronto al consueto raduno annuale della Tradizione.
Abbracci, strette di mano, il sorriso sincero di chi, nelle occasioni che
contano, è presente, anche a costo di molti sacrifici. A loro, ai tanti amici
con impegno e dedizione hanno partecipato alla Marcia, va il nostro plauso e,
ne sono sicuro, il ringraziamento e le preghiere delle anime di quei 5 milioni
di bambini abortiti in Italia da quando la legge 194 è stata varata.
Per
loro abbiamo marciato e marceremo; per loro abbiamo pregato e pregheremo; per
loro siamo scesi e scenderemo nelle strade e nelle piazze, per riaffermare che
non esistono verità differenti, ma che la Verità è una sola, e che ciò che è
bene è e rimarrà bene; e ciò che è male è e rimarrà male. La battaglia va
avanti, ma da sabato la affronteremo con rinnovato vigore, sicuri che l’esito
sarà quello voluto. Al 18 maggio 2019 amici!
Ascanio Ruschi
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