Un certo Angelo Allegri, commentando "la rivincita del Cavaliere accolto a braccia aperte dalla Merkel", scrive su "Il Giornale" della famiglia (allargata) di Berlusconi: "La debolezza della cancelliere risulta... particolarmente evidente sul piano europeo. La Germania ha perso in pochi mesi un riferimento dietro l'altro. Consumato l'addio alla Gran Bretagna (...) la Merkel guarda a Est e vede i Paesi del così detto gruppo di Visegrad, dalla Polonia all'Ungheria, compatti nel mettere in discussione l'egemonia di Berlino (...) Quanto a Vienna (...) con il governo in via di formazione difficilmente sarà ancora così. Paralizzata la Spagna da una crisi istituzionale senza precedenti, restano la Francia e l'Italia. Qui dal punto di vista di Berlino (il pericolo è) il "velleitarismo "populista" della destra..." Insomma il cameriere di Berlusconi ammette, papale papale, che il suo padrone di Arcore, sta facendo un gioco sporco ovvero quello di dividere la "destra" ("il populismo") per presentare alla Merkel un'Italia prona, a novanta gradi, come le pecorine della Brambilla, mentre tutte le altre nazioni — quando si presenti l'occasione — cercano di liberarsi dal giogo pesante e disastroso dell'Europa. Del resto il tutto è riassunto in un titolo a quattro colonne dello stesso “Giornale” dei servi arcorei che recita: "L'ex premier (Berlusconi, n.p.c.) torna al vertice del Ppe a Bruxelles (...) unico argine ai populisti in Italia" (cfr. "Il Giornale" venerdì 20 ottobre 2017).
A questa analisi di Allegri dovremmo aggiungere un rafforzamento del così detto Gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca - Slovacchia - Polonia - Ungheria) con la vittoria, nella Repubblica Ceca, del "populista" (come vengono chiamati gli uomini di "destra" o "centrodestra" dai camerieri di Arcore!) Andrej Babis, 63 anni, che, con il suo movimento "euroscettico" di centrodestra, si è preso il 31,5% dei voti, facendo crollare al 7,9% il partito socialdemocratico al governo, e si accinge ora a guidare il Paese, insieme al partito di Destra (quella che il regime sinistro e i suoi servi chiamano Destra xenofoba...).
Ebbene di fronte a tutto questo l'omino di paglia di Berlusconi, Antonio Tajani, proveniente dalle fila del Partito Monarchico, convertitosi poi al liberal-leccaculismo europeo, una volta fatto eleggere Presidente del Parlamento — Loggia Europea delle Banche e dei "Poteri forti" — ha intrapreso una politica talmente "eurocratica" da superare di gran lunga la Merkel (ovvero la "Culona", come comunemente la chiamavano dalle sue parti anni addietro) nella difesa della politica massonica, oppressiva dei popoli, dettata dal Mondialismo; insomma Tajani — che nella mente sclerotica di Berlusconi, dovrebbe divenire il nuovo leader del centrodestra ovvero della coalizione di Lega-Fratelli d'Italia e Forza Italia — sulla scia deleteria e maleodorante dei Monti e delle Fornero, ha avuto l'ardire, dopo la clamorosa vittoria di Kurz in Austria che si accinge a formare un governo contro l'euro e contro il ricollocamento dei migranti, di inviargli un messaggio: "Ora che hai vinto forma un Governo PRO EU" ... come dire: ora che ti sei salvato dall'incendio affogati in mare.
Se ce ne fosse stato bisogno, la faccia tosta, la mancanza di intelligenza e di pudore mostrate da Tajani, sono la prova del nove, in chiave folkloristica, del pensiero arcoreo... e mi spiego.
Eravamo nel 1994, per fermare i comunisti, a un passo dal potere — e i vari Napolitano, ricordandosi dei loro brindisi ai carrarmati sovietici che avevano schiacciato, sotto i loro cingoli, insieme agli studenti e ai lavoratori magiari, ogni anelito di libertà, avevano ventitré anni di meno, e ancora intatti i canini, gli unghielli e le vibrisse di tigre — e la loro presa del potere non sarebbe stata "indolore"... circolavano già i nominativi del nuovo governo con il Procuratore Borrelli alla Giustizia, lo stesso Napolitano agli Interni e circolavano anche le "liste di proscrizione"... del resto la fine vergognosa riservata a Craxi, che non era stato certo un pericoloso "fascista", ma aveva detto chiaro e tondo che in Italia si sarebbe potuto governare anche senza i comunisti, è "pedagogica": un esempio di come sarebbero stati trattati gli oppositori del PCI. Chi ha vissuto quei tempi sa bene di cosa sto parlando.
Apprezzammo tutti la "discesa in campo" di Silvio Berlusconi, senza stare a sottilizzare se lo avesse fatto per salvare le sue televisioni o per amor di patria... ancora una volta l'Italia premiò l'anticomunismo e la difesa della libertà e fecero quadrato, intorno al Cavaliere di Arcore: missini, monarchici, cattolici, leghisti e qualche socialista e liberale, riuscirono a vincere le elezioni, sfatando il luogo comune sull'inservibilità di voti della "Destra", luogo comune su cui era campata per un cinquantennio la Democrazia Cristiana come onestamente riconobbe Ciriaco De Mita: "Noi abbiamo avuto il merito storico, in questi cinquanta anni, di aver convertito milioni di cattolici alla democrazia..." Insomma il "merito" (demerito storico) di aver trasformato milioni di cattolici, ovvero di persone probe e fedeli all'insegnamento e al Magistero perenne della Chiesa, in partigianti seguaci dei giochi di potere della setta modernista della Democrazia Cristiana.
L'arrivo al potere di Silvio Berlusconi segnò la fine della dittatura cattocomunista (o meglio avrebbe potuto segnare) infatti, in tutti questi anni, si sono alternate coalizioni di centrodestra e centrosinistra, sfatando un altro luogo comune, ovvero quello dell'ineluttabilità del governo di "sinistra".
Nel 2008 il Centrodestra vinse clamorosamente le elezioni con una "maggioranza bulgara" di diciassette milioni e mezzo di voti contro i quattordici milioni della coalizione di centrosinistra capeggiata da Walter Veltroni; per cui alla Camera il centrodestra aveva 344 seggi contro i 247 della sinistra e al Senato 174 seggi contro i 134 della sinistra... a questo punto ci saremmo aspettati tutto quello che i governanti ci avevano promesso ovvero leggi che avrebbero dovuto ridare incremento alle imprese e creare posti di lavoro, con l'abbattimento della burocrazia e dei balzelli e tasse che deprimono l'imprenditore, un aumento delle pensioni "da fame" (lo stesso leader del centrodestra aveva promesso di portare le pensioni minime a 1000 euro mensili), uno stop all'immigrazione che stava diventando, già a quei tempi, una vera invasione di cui oggi se ne stanno vedendo le devastanti conseguenze, leggi a protezione della famiglia e in favore della vita dal concepimento alla morte naturale e, infine, la certezza della pena ovvero leggi che assicurassero il reo alla giustizia e gli facessero scontare interamente la pena... illusione.
Anche grazie al tradimento di Fini che ha fatto la fine ignominiosa che ha fatto, il centrodestra non fece nulla di quello che doveva fare come aveva promesso... anzi...
Berlusconi allora, dal 2008 in poi, dopo tutti quei voti piovuti dal cielo, iniziò a "perdere la testa" con festini e storie boccaccesche al limite della follia, assumendo i connotati del "vecchio satiro" e del classico satrapo che si beava della sua corte, meglio del suo cortile, dei miracoli: pullulavano i tipi come Verdini, personaggi che nessuno avrebbe invitato al compleanno del proprio figlio, o come Bondi, il suo cameriere e canaro di Arcore, le cui esibizioni televisive, degne del peggior clown del peggior circo di periferia, ogni volta ci costavano almeno tre o quattrocento mila voti in meno; questi due tristi figuri presero in mani le redini del partito e noi che votavamo per quella gente divenimmo gli zimbelli della politica. Fu fatto, da allora, il contrario di tutto quello che doveva essere fatto: invece che fare leggi a favore della famiglia fu dato il via alle bocche (o agli sfinteri) di personaggi come la Stefania Prestigiacomo, la Mara Carfagna, la De Girolamo e compagnia brutta con le loro dichiarazioni filoabortiste, femministe, eutanasiche etc... Forza Italia sul tema della sicurezza superò l'estrema sinistra e non solo non assicurò la "certezza della pena" ma si fece addirittura promotrice di leggi infami "svuotacarceri"; il duo Verdini-Bondi poi, improvvisava "siparietti" che avrebbero allontanato dal centrodestra ogni persona che avesse a cuore la morale e la legge naturale... per paura che si toccassero gli interessi del cavaliere arcoreo si appoggiò il "governo golpista" — come più o meno lo definì lo stesso Berlusconi — del duo Napolitano-Monti, un governo che portò l'Italia — e soprattutto il popolo italiano alla catastrofe... Del resto aveva cominciato Gianfranco Fini, con la sua "banda", guidata dai relitti della sottocultura e, direi della sottoumanità del GRECE, abortista, animalista ed eutanasico, insomma pagano, a far la guerra a Tremonti reclamando una "cabina di regia" sull'economia... poi scoprimmo di quale economia avesse parlato il Fini-Tulliani... ora, poi, vedremo l'epilogo in tribunale e, forse, andranno a portargli le arance in galera Menia, la Flavia Perina, i Carmelo Briguglio, Italo Bocchino e Adolfo Urso (che non perdevano occasione per andare, invitatissimi, in TV a sputtanare la Destra), Umberto Croppi chiamato come Assessore alla Cultura al Comune di Roma da Gianni Alemanno etc. etc.
Ma il vero declino del Cavaliere, la sua perdita di lucidità, insomma la sua Waterloo iniziato nel 2013 quando viene "cacciato" dal Parlamento e, quindi, dopo, il tradimento dei suoi "Ascari" mandati in soccorso del Governo e rimasti, poi, attaccati con il sedere alle poltrone — tipici esempi Alfano, il Ministro dell'invasione islamica e Lupi (omen nomen), l'uomo dei Rolex, dai lunghi canini famelici, pronto, per un "seggiolone", a divorare anche i propri genitori e, naturalmente a rinnegare Cristo e il suo insegnamento — il Patto del Nazareno, che rappresenta il "clou" del tradimento, un patto nato nelle Logge massoniche dove a Berlusconi — ora che la P2 è solo un ricordo di un passato che non ritorna — prima era "vietato" l'accesso... ma Renzi inizia invece la sua scalata.
Ci svela il "complotto" Gioele Magaldi, Gran Maestro del Movimento Massonico: "Grande Oriente Democratico", autore del libro "Massoni società a responsabilità illimitata: la scoperta della Ur-Lodges" che in un'intervista di capitale importanza rilasciata il 20 novembre del 2014 ad "Affari Italiani" ci fa capire tante cose sul "Patto del Nazareno" e l'accordo Renzi-Berlusconi. Alla domanda dei rapporti tra Matteo Renzi e i "Poteri Forti" della Massoneria Magaldi risponde:
Matteo Renzi per ora è un "Wannabe", un aspirante Massone. Non desidera essere iniziato al Grand'Oriente d'Italia o in qualche altra Comunione della Penisola. Punta molto in alto. Possibilmente a una Ur-Lodges della Rete di Mario Draghi ("Three Eyes", "Edmund Burke", "Pan Europa", "Compar Star Rose", "Der Ring"). Ma troverebbe sufficiente anche essere affiliato anche alla "Leviathan", per il tramite di Richard Nathan Haas, oppure alla "White Eagle" e o alla "Hathor Pentalpha" tramite il fratello massone Michael Leeden.
Poi lo stesso Magaldi ci informa che
Per i rapporti di basso-medio livello (...) bastano le entrature di suo padre Tiziano (non massone) e di Denis Verdini (massone). I fratelli Napolitano e Draghi sono tra i maggiori rappresentanti italiani di circuiti massonici oligarchici di respiro sovranazionale. Ma draghi ha più potere di Napolitano.
(Cfr. Intervista di Gioele Magaldi in "Affari Italiani" del 20 novembre, 2014)
Ebbene analizzando questo importante documento si spiegano molte cose come la "fiducia" (malriposta) di Silvio Berlusconi in Giorgio Napolitano e il corteggiamento dell'ex cavaliere di Arcore a Mario Draghi, nome che esce spesso dal suo cilindro; si spiega anche il "patto del Nazareno" — ovvero il suicidio politico di Silvio Berlusconi e il tradimento del suo elettorato cattolico e tradizionale — e si capisce, infine, chi sia stato il "faccendiere" autore del trait d'unione tra il Satrapo di Arcore e il Bulletto di Firenze. Si capisce anche come il partito Forza Italia sia passato dal quaranta per cento al dieci per cento e spiccioli di voti... si capisce infine il "gioco sporco" di Berlusconi che sa che "a sinistra" non c'è trippa per i gatti e che i voti si prendono a "Destra" e, per questo, si è messo con Salvini e la Meloni (che dovrebbero meditare sul vecchio adagio: "Timeo Danaos et dona ferentes") e, una volta ottenuti i voti, li pugnalerà alle spalle e porterà il suo "bottino" a Renzi, con cui ha concordato la nuova legge elettorale che prevede le larghe intese, ovvero gli inciuci.
Per cui gli elettori di destra, sono già stati traditi in partenza, dopo che nella coalizione di centrodestra è stato inserito anche il Partito tricolorato di FI... che, sia chiaro, non porta voti alla coalizione ma, semmai, li toglie. Ormai il gioco è scoperto: il "sensale" Verdini sta tenendo calda, in casa PD, la poltrona al Berlusca e alla sua banda. Il quale Berlusca ormai è prigioniero di personaggi a dir poco inquietanti, dalla Pascale — nel novembre del 2014 la detta Signorina andò a iscriversi all'Arci lesbica con Vittorio Feltri (Arci Gay) — a Luxuria... insomma una "svolta gay"... quando a dettare la "linea etica" erano, appunto, i due personaggi. In particolare la Pascale la cui candidatura ora viene data per certa a Napoli, con il programma in difesa dei matrimoni e delle adozioni pederastiche e, naturalmente, dei diritti degli agnellini e delle pecorine... a proposito delle quali ha pensato la Brambilla a fondare un "partito animalista" sponsorizzato dal Berlusca e dalla stessa Signorina Pascale... che di pecorine, assicurano, dovrebbe intendersi.
Per quanto riguarda l'Europa, il Mondialismo, le politiche antipopolari, l'invasione islamica voluta dalle Logge... Berlusconi si è già allineato ai "Poteri Forti" in attesa di un governo filoeuropeo Renzusconi. Con buona pace di noi, elettori di centrodestra, anzi di Destra.
Pucci Cipriani
lunedì 23 ottobre 2017
martedì 17 ottobre 2017
SPIGOLATURE MUGELLANE - CAMPANILI E CAMPANE MUGELLANE
Nessun
uomo è un'isola
completo
in se stesso;
ogni
uomo è un pezzo del continente,
una
parte del tutto.
Se
anche solo una nuvola
venisse
lavata via dal mare,
l'Europa
ne sarebbe diminuita,
come
se le mancasse un promontorio,
come
se venisse a mancare
una
dimora di amici tuoi,
o
la tua stessa casa.
La
morte di un qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché
io sono parte dell'umanità.
E
dunque non chiedere mai
per
chi suona la campana:
essa
suona per te.
(John
Donne, Meditazione XVII "Nessun uomo è un'isola")
Il verso "per chi suona la
campana" della bellissima poesia di John Donne (1572 -1631), che è lo
specchio - come nota Cristina Campo - di un'epoca della storia inglese, quando
l'essere cattolici venne interdetto durante il regno di Elisabetta I, fu scelto
da Ernst Hemingway come titolo e "chiusa" del suo capolavoro:
"Per chi suona la campana", appunto, un romanzo che si svolge durante
la Guerra Civile spagnola e ha per protagonista Robert Jordan (in molti hanno
visto in questo personaggio lo stesso autore che sposò, nella Guerra fratricida
che va dal 1936 al 1939, la parte "repubblicana e antifranchista"),
combattente al fianco dei miliziani, il suo amore per la giovane rivoluzionaria
Maria e la sua azione bellica, a fianco dei "ribelli" comandati da
"Pablo" e dalla zingara Pilar, sulle colline iberiche.
Quanto importante sia per la comunità
civile - e non solo per i cattolici - il suono delle campane ce lo dice la
Storia. Forse pochi sanno, ad esempio, che la Campana di Mezzogiorno, quella
che nel nostro Mugello chiamano ( o forse "chiamavano") "la
Campana della Pastasciutta", suona, in realtà, per ricordare la vittoria
della Flotta Cristiana -.comandata dal fratello bastardo di Filippo Il,
l'eroico don Giovanni d'Austria (1629 - 1679) - nelle acque di Lepanto (7
ottobre 1971): "ultimo capitolo dell'antico scontro tra Oriente e
Occidente (che) acquista oggi un significato particolare, in quanto la vittoria
della Lega Santa divenne la pietra miliare sulla quale si autolegittimerà
l'egemonia occidentale e di cui si nutrirà la volontà di riscatto del mondo
islamico nei secoli a venire" come scrive lo storico Niccolò Capponi, nel
più bel libro (immensa documentazione d'archivio vista anche dalla parte dei
"turchi") mai scritto su questa battaglia (cfr. Niccolò Capponi:
"Lepanto 1571: la Lega Santa contro l'Impero Ottomano" - Il
Saggiatore -)
E proprio Niccolò Capponi, a proposito
di "campane", mi poté dare, anni fa, queste simpatiche note a
proposito del suo avo Pier Capponi: quando, di fronte all'arroganza di Carlo
VIII che minacciò di invadere Firenze al grido di "Noi suoneremo le nostre
trombe", rispose impavidamente "E noi suoneremo le nostre
campane"...mettendo così le ali ai piedi al presuntuoso Re francese, per
cui, ironizzando sulla fiera risposta del Capponi, Machiavelli chiosò: "Lo
strepito dell'armi e de' cavalli / non poté far che non fosse sentita / la voce
d'un Capponi tra tanti galli / tanto che il Re superbo fé partita" e anche
Giuseppe Giusti volle dir la sua. "Fra gli altri dilettanti oltremontani /
per infilarmi un certo re di picche / ci si messe co' piedi e colle mani / ma
poi rimase lì come Berlicche / quando un Cappon, geloso del pollaio /gli
minacciò di fare il campanaio".
E il suono delle campane iniziò a
toccare il cuore di un mangiapreti toscano, un miscredente autore, niente meno,
che del famigerato "Inno a Satana", di quel Giosué Carducci - poi
divenuto un "innamorato della Madonna" negli ultimi anni di vita -
allorché fu colto da una gran nostalgia e da una profonda commozione quando
sentì il doppio di una campana della Romagna che suonava l'Ave Maria:
"Salve chiesetta del mio canto. A questa / madre vegliarda, o tu,
rinnovelata / itala gente dalle molte vite / rendi la voce / de la preghiera:
la campana squilli - ammonitrice: il campanil ritorto / canti di clivio in
clivio alla campagna / Ave Maria..."
Del resto chi è che non ricorda quando,
bambini, ascoltavamo le note di " San Martino campanaro / dormi tu? Dormi
tu? / suona le campane, suona le campane/ din ! don ! dan! din! don! dan!"
o quando - e quanti, quanti anni son passati - ragazzini aspettavamo il sabato
sera, il giorno in cui ci era concesso di assistere al Musichiere, lo
spettacolo musicale condotto da Mario Riva, che si concludeva con la sigla di
quella bella e famosa canzone che ci faceva vivere la gioia della vigilia
festiva e assaporare il mattino della festa: " Domenica è sempre domenica
/ si sveglia la città con le campane/ al primo din don sul Gianicolo /
Sant'Angelo risponde din don dan!"
Il nostro Giorgio Batini fece il verso
al romanzo "Per chi suona la campana" e pubblicò, il suo "Per
chi suona la Toscana" in cui scriveva: "I bronzi dei campanili hanno
suonato, nei secoli, per la nascita, i prodigi, la salita al cielo di un grande
popolo di Santi (...) hanno suonato nei secoli, per chiamare a raccolta i
cittadini a difendere i liberi comuni, le libere Repubbliche, le istituzioni
democratiche. Quello delle campane era un suono che dominava su tutti gli altri
suoni cittadini, dato il gran numero di bronzi che ornavano i campanili e le
torri civiche vantato da ogni città (...) i bronzi della Toscana hanno suonato
per i riti della fede, per le ore del lavoro, per la legge e la giustizia, per
la salvaguardia dei beni, per la difesa della libertà..." (Cfr. Giorgio Batini
in "Per chi suona la Toscana" Edizioni Polistampa, Firenze 2007)
E le campane nel nostro Mugello? Ce ne
parla il professor Rino Gori, di Rignano, già Preside nelle Scuole della
Toscana, in una sua lettera del 2005 dove commentava il libro di Pucci Cipriani:
"L'altra Toscana: Diario di un Conservatore" e che l'autore ha
pubblicata in un altro suo tomo del 2013:
Caro Cipriani, il Suo libro
"L'Altra Toscana: Diario di un Conservatore" è molto bello e si legge
con molto piacere per i ricordi che suscita, per le speranze che abbiamo
cullate (....) io sono con Lei fin dalle prime pagine. Quando Lei vide la luce
a Borgo San Lorenzo, io avevo diciassette anni. Allora dimoravo nei pressi di
Monte Senario, frequentavo molto spesso il convento dalla cui cisterna si gode
una bella vista sul Mugello, con in primo piano il panorama di
"Borgo".
A quell'epoca i paesi di campagna si
somigliavano tutti sotto certi aspetti: chi può dimenticare, infatti, i
rintocchi delle campane che ci richiamavano alla preghiera a quasi tutte le
ore? Ci invitavano a recitare l'Angelus Domini tre volte al giorno: All'Ave
Maria dell'Alba, a Mezzogiorno, alle "ventiquattro" (al tramonto).
Alle ventuno del venerdì venivano a ricordare l'Ora della Redenzione (Morte di
Croce). Alle ventitré ci esortavano a recitare il Credo. All'"un'ora"
(prima della notte) ci ammonivano di pregare per i poveri morti. Alla vigilia
delle feste solenni le campane suonavano a distesa a distanza di ogni ora,
rallegrando i nostri pomeriggi e i nostri animi....e poi ogni tanto quel suono
"a morto" che annunziava che uno di noi se n'era andato e che
bisognava pregare per lui e per i suoi familiari, quindi ancora la campana con
i mesti rintocchi dava l'ultimo addio ("ad Deum" ovvero un "ci
rivedremo" al cospetto di Dio); e quel suono era triste e consolatorio a
un tempo (...)
Il suono delle campane evocava tanti
sentimenti e tanti ricordi. Neri Tanfucio (alias Renato Fucini), al rintoccar
di non so quali campane, pensava ai suoi morti, al Ceppo, alla Befana ed agli
anni suoi che erano passati "a volo": si metteva il capo tra le mani
e avrebbe baciato la fune delle campane ma poi concludeva con un'inaspettata e
dissacrante battuta:
Però non so capì, Dio mi perdoni
come diavolo mai faccino i preti
a trovare 'r coglion che gliele suoni
(Cfr.
Pucci Cipriani in "La Memoria negata: appunti per una storia della
Tradizione in Italia", Solfanelli, Chieti 2013)
Già, ma ora non c'è più bisogno del
campanaro ( e quanto rimpianto per quelle figure caratteristiche ormai
scomparse!) e certo, davvero, non si sarebbe trovato - neanche con la
manovalanza "a basso prezzo" e " a termine" come oggi - chi
potesse suonar "la squilla della sera / che dolcemente invita alla
preghiera", come recita una bella laude mariana, come non si troverebbe
chi potesse suonare "a morto", con il rintocco triste, o "a
distesa"...ora basta girare una chiavetta, e le campane "vengono
programmate" per suonare quando si vuole e ciò che si vuole e, del resto,
grazie alla tecnica, il suono delle campane non è scomparso (anche se il suono
non è melodioso e squillante come un tempo!) e stupisce come, ad esempio a
Borgo San Lorenzo i morti non ricevano più dalle campane, ovvero dal campanile
sotto il quale hanno vissuto, quell'ultimo saluto. Lo ricevono invece nella
chiesa del SS. Crocifisso che, pur non avendo il campanile, ha un sacrista
"con i fiocchi" nella figura di Graziano Melara che rimedia
mandandoci il suono, molto suggestivo, registrato. Questo voler togliere i
simboli della morte, il rifiutare di "addomesticarla" come si faceva
un tempo, ma cercare di "nasconderla" come si nasconde la polvere
sotto i tappeti, non è che un ritorno al paganesimo; oggi la morte è
"scandalosa", si preferisce non parlarne, cambiare discorso,
"ghettizzare" i parenti del defunto, che creano imbarazzo, cercare di
nasconderla, abolendo l'uso dei paramenti neri o del suono delle campane.
Philippe Ariès, forse il più importante
storico francese, in un suo importante studio, afferma che facendo così si fa
una grande confessione di impotenza: "Non ammettere l'esistenza di uno
scandalo (...) fare come se non esistesse, e quindi costringere senza pietà le
persone accoste ai morti a tacere. Un pesante silenzio si è venuto così a
distendere sulla morte... (e) questo atteggiamento non ha annientato né la
morte né la paura della morte: Al contrario ha lasciato che tornassero
subdolamente vecchi elementi selvaggi sotto la maschera della tecnica della
medicina. La morte all'ospedale, irta di tubi, sta diventando oggi più terrificante
del cadavere in decomposizione o dello scheletro delle retoriche macabre"
(Cfr. Philippe Ariès: "L'uomo e la morte dal Medioevo a oggi" - Oscar
Mondadori, Milano 1980, pp. 730 -731)
Quanto più bello e umano dunque non
"nascondere" la morte, ma anzi, annunziarla con il suono delle
campane!
Ricordo, a questo proposito, il giovane
fiorentino Paolo Bartalesi - studente ginnasiale nel Liceo classico Galileo -
deceduto a sedici anni, in odore di Santità, che, proprio dal Monte Senario,
ove si trovava per gli esercizi spirituali, avvinto dalla misticità del luogo e
dalla bellezza del paesaggio, sentiva i rintocchi mesti della campana che
suonava "a morto" nella "verde vallata del Mugello" e
componeva così, pochi mesi prima della sua morte per un incidente della strada,
questi suoi versi, che furono anche gli ultimi:
Non
so perché quando campana suona,
leggo
alcunché di bello e vedo il cielo,
a
gran mestizia il cor mi s'abbandona;
..............................
.............................. .....
"Domine"
dice, "Exaudi vocem meam!"
chi
nel bisogno trovasi; chi teme:
"Domine"
dice, "exaudi vocem meam!"
Abbi
pietà, Signor, del nostro seme
..............................
.............................. ...........
"requiem
aeternam", riposo verace,
da'
lor Signore, e fa' che luce eterna
risplenda
ad essi, riposino in pace.
(Cfr. Tito Casini in "Paolo
Bartalesi, studente fiorentino", SEI 1959)
Spero anch'io di poter domandar ancora
"Per chi suona la campana" del Longobardo campanile - ora che, da
tanti anni, non ha più suonato -, fino quel giorno che la gente dirà che ha
suonato per me.
Gaddo
de Grandville
Fonte : "Il
Galletto" Giornale del Mugello e della Val di Sieve dal 1986! del 14 -
ottobre 2017.
Iscriviti a:
Post (Atom)