"Gli
applausi di Genova a Di Maio e Salvini ci dicono che la tragedia ha unito il
Paese intorno al governo. È una reazione comprensibile: nelle emergenze si
sente di più il bisogno di una guida. E positiva: vuol dire che il filo che
lega il popolo alle istituzioni, anche in un momento di rabbia e sconforto
resta saldo. Non è sempre stato così: la storia nazionale è purtroppo piena di
funerali in cui lo Stato è stato fischiato (...) quegli applausi hanno anche un
innegabile significato politico: in grande maggioranza gli italiani considerano
il recente risultato elettorale un cambio di regime."
Antonio Polito in "Il Corriere
della Sera" del 19/08/2018
"Tanto tuonò che piovve"... ce
n'è voluto di tempo perché, finalmente un quotidiano a grande tiratura, non
certo governativo, fotografasse, con l'obbiettivo di uno dei suoi più
prestigiosi editorialisti, Antonio Polito, la situazione reale del Paese, dopo
la dolorosissima tragedia del Ponte di Genova. Una tragedia che ha colpito
tutti, indistintamente, in un periodo in cui la gente si gode — o almeno tenta
di godersi — qualche giorno di meritato riposo. Immediatamente — more solito —
i corvacci neri del PD hanno iniziato a stracciarsi le vesti e a emettere alti
lai nei confronti del Governo, accusato non si sa bene di che cosa, a
cominciare da Graziano Del Rio (che, penso, in questi giorni abbia scoperto
l'importanza del silenzio... specie in certi casi). Ma lo sciacallaggio delle
sinistre, a cui si sono accodate le voci di quel poco che resta di Forza Italia
in mano, ora, a zoccole, papponi e cortigiani, ha fatto come i pifferi di
montagna che "venuti per suonare sono stati suonati".
Sì, infatti, stavolta è andata male alle
prefiche antigovernative, infatti sono venute subito alla luce le magagne dei
vari governi (e dei vari partiti) susseguitosi da vent'anni a questa parte —
magagne che ci fanno rimpiangere addirittura i ladrocini
"dilettanteschi" della Prima Repubblica — e che hanno portato allo
scardinamento di un efficiente stato sociale e alla svendita della nostra
Nazione a un "Cartello Finanziario Internazionale", a un potentato
che ha tirato le fila (e le sta tirando tuttavia) della politica italiana,
ridisegnando il capitalismo a danno degli italiani, attraverso Club massonici e
mondialisti internazionali (Bildelberg, Trilateral e altre organizzazioni del
capitalismo speculativo anglo- americano) e personaggi come Mario Draghi, Prodi
e, poi, Mario Monti che hanno avuto l'appoggio di spietate e delinquenziali
banche d'affari come la Goldman Sachs.
Lo stesso Berlusconi, un tempo,
rappresentò (pur con tutti i limiti e tutti i difetti) un sicuro argine al
Comunismo che allora aveva tanto di artigli, canini e vibrisse e il cui avvento
non sarebbe stato indolore, ma anche un argine al Mondialismo, il quale
Mondialismo vedeva nel satrapo di Arcore una "scheggia impazzita" che
non si allineava al volere al potere del Grande Fratello, pur avendo in tasca
la tessera della Loggia P2. Dunque, per questo, i "poteri forti" si
scatenarono contro l'imprenditore di Arcore il quale però, vistosi alle
strette, e cacciato dal Parlamento è stato costretto a baciare il fondoschiena
di quella che, un tempo, aveva definito "la culona inchiavabile" e a
mandare in Europa, come garante del nostro asservimento alla UE, il povero
Tajani (un'entità evanescente vestita in grisaglia)... per questo, l'ex
orchestrale della Flotta Lauro, è stato "sdoganato", in attesa del
matrimonio con il Bullo di Rignano e quello che rimane del PD, additato
"erga omnes", come una credibile alternativa al populismo di Lega,
M5S e altri "Sovranisti".
Perfino il "papa laico", il
sodale del leader internazionale della Sinistra anarchica e rivoluzionaria
Jeorge Mario Bergoglio, il Fondatore di "Repubblica", Eugenio
Scalfari, un tempo nemico furente e velenoso dell'ex Cavaliere si spese, prima
del quattro marzo, in salamelecchi e complimenti verso l'ex nemico che avrebbe
dovuto fare da sponda al PD nella "guerra" a Lega e 5 Stelle...
Dunque, quando ancora le macerie di
Genova erano fumanti e si faceva la conta delle vittime, mentre le famiglie che
abitavano le case sottostanti al ponte, erano costrette a lasciare
precipitosamente le loro case e i loro ricordi di una vita, mentre i Vigili del
Fuoco, giorno e notte scavavano tra le macerie riuscendo a salvare anche vite
umane... le sinistre hanno iniziato i loro mantra per tentare di far cadere i
sospetti delle responsabilità della tragedia sul Governo
"gialloverde"... la gente allora ha cominciato a domandarsi il perché
una società come Autostrade, così strategica e importante per gli italiani, con
un fatturato annuo che si avvicina ai 7 miliardi di euro, con introiti certi e
sicuri, che sono aumentati a dismisura con il passare del tempo, fosse stata
"svenduta" ad "Atlantia", una società di "privati",
a condizioni di saldo di fine stagione.
Apprendemmo infatti che nel 2002 Gian
Maria Gros-Pietro, un maneggione dell'Alta Finanza, legato ai "poteri
forti", dopo aver gestito le privatizzazioni dell'ENI andrà a presiedere,
per una diecina di anni, nientepopodimenoché l'Atlantia s.p.a, la società alla
quale, tre anni prima, come dipendente pubblico, aveva svenduto la gestione dei
servizi autostradali italiani.
Allora, a questo punto, andiamo a
leggere le clausole del contratto di concessione della rete autostradale:
impossibile, coperte dal segreto di stato come si trattasse di un'operazione
bellica contro una nazione nemica...
Da chi e come è stato svolto in tutti questi
anni il servizio di manutenzione ordinaria da parte dei concessionari di
Autostrade?
La risposta l'ha data il Governo,
dimostrando una trasparenza e un'onestà mai viste prima d'oggi, facendo sapere —
a proposito di responsabilità — che questo settore delle autostrade ha avuto
una crescita esponenziale dei pedaggi che arriva al fatturato di quasi 7
miliardi... In calo del 20%, invece, gli investimenti e in forte calo la spesa
di manutenzione che dovrebbe essere aumentata in proporzione al grande aumento
del traffico.
Si evince che la sicurezza degli
automobilisti e dei cittadini abbia contato assai poco, o addirittura niente,
per i signori della cordata Atlantia, che fa capo all'industriale Benetton che
fu anche deputato dell'allora PCI e che, oggi, è promotore, delle campagne
"United Colors of Benetton", in difesa del multiculturalismo e dell'immigrazionismo
selvaggio, onde fare — con gli uomini di Soros che hanno in Italia, come
referenti, Emma Bonino, Calenda e Boeri — una "sostituzione etnica"
degli italiani con i migranti, nuovi schiavi, per avere manodopera a basso
costo... quello che conta, per Benetton e compagni, sono i profitti, già di per
sé stessi abnormi, ma che sono cresciuti in maniera vertiginosa e sono stati
divisi tra i soci. Poi ci domandavamo se i vari Ministri dei Lavori Pubblici
(pensate un po' Lupi, quello dei Rolex, il cattolico che ha fatto apostasia
delle propria Fede, è stato uno di quei Ministri...) fossero tenuti al
mantenimento delle autostrade e in che misura: ma abbiamo saputo che essi non
avevano nessun obbligo... che la sicurezza dei cittadini non interessava un
tubo ai vari governi che erano legati (udite!) ai vincoli da rispettare per il
"pareggio del bilancio" ovvero i vincoli, imposti dall'Europa, ai
suoi "camerieri" , con il trattato di Maastricth del 1992, con quello
di Lisbona del 2007 e con il pareggio del bilancio nella Costituzione del 2011.
E ora ecco i nomi di chi ha voluto detti
trattati e, conseguentemente, sono anche i responsabili di questa politica
della lesina che ha rovinato la nostra Nazione. Nell'ordine: Romano Prodi,
Massimo D'Alema e Mario Monti (detto "Mortimer", affiancato dalla
"mummia" Fornero) in combutta con Mario Draghi (quello che Berlusconi
aveva proposto per leader del centrodestra).
Ma c'è di più: il primo provvedimento
economico del governo Berlusconi, nel giugno del 2008, è un decreto che i
giornali chiamano "Salva Benetton". Stabilisce infatti una nuova
regola per Autostrade Italia: l'adeguamento automatico delle tariffe pari al
70% dell'inflazione reale (non quella "programmata")... viene anche
stabilito che tutti gli eventuali ricavi superiori alle previsioni dovuti agli
aumenti di traffico verranno trattenuti dalla società stessa che così ha
azzerato ogni ischio d'impresa.
La cricca è al completo!
Un incaricato di "Atlantia",
ancora a macerie fumanti, fa una dichiarazione che fa rabbrividire dicendo, che
il ponte era monitorato e godeva ottime condizioni di salute, quando lo stesso
costruttore, l'architetto Morandi, aveva invitato, anni fa a fare quei lavori
di ristrutturazione di cui l'opera aveva bisogno e, senza i quali, sarebbe stato
possibile prevedere anche un crollo...
Il Governo svela tutte queste cose e
parla anche del fatto che Benetton, l'industriale che ha pagato, in questi
anni, tutte le campagne elettorali dei partiti, c'è dentro fino al collo e che,
detto industriale "multiculturalista" non ha avuto neanche il pudore
di dire una parola di cordoglio ai familiari dei poveri morti e si è guardato
bene dal fare le sue scuse.
Si è fatto vivo, infine, dopo quattro
giorni, l'omino della "United Colors Of Benetton", dalla mentalità e
dall'arroganza "sessantottine", lo stesso che, negli anni Settanta,
si mostrava in costume adamitico, facendo sfoggio della sua ciccia flaccida,
per lanciare non ricordo quale campagna promozionale, e, finalmente, ha fatto
sapere che lui, da buon filantropo, è disposto pure a fare una
"elemosina" alle vittime e a ricostruire un "ponte di
ferro" ma ha anche minacciato, qualora gli venissero tolte le concessioni
per le autostrade, come il Governo sta finalmente facendo, di esigere le
"penali" altissime messe a salvaguardia di questo contratto-truffa.
Alla notizia del crollo del ponte
crollarono, immediatamente, i titolo della "Atlantia"... ma per le
sinistre, per Benetton e per i reggicoda di Forza Italia (con Brunetta, la
macchietta della politica italiana in testa), a far crollare i titoli non
sarebbe stata la tragedia dell'autostrada, ma il Governo che aveva informato
correttamente della situazione, inchiodando "Atlantia" alle proprie
responsabilità.
La gente però ha capito. Tutti abbiamo
capito. E in un Paese dove i funerali delle vittime sono stati spesso anche il
"palcoscenico" della "giustizia popolo", assetato di
verità, nella EX ROSSA Genova, una folla straordinaria di migliaia e migliaia
di persone che all'arrivo del Presidente Conte, di Di Maio, di Salvini e degli
altri membri del governo — di solito fischiati e tremendamente contestati — che
si scioglie in un grande, interminabile applauso che abbraccia anche i Vigili
del Fuoco e i soccorritori volontari. La gente ha dunque capito... ed ha capito
così bene che, con la stessa spontaneità, all'arrivo dei membri del PD (la
prima ad essere riconosciuta è stata l'ex ministro Pinotti) si sente nell'aria
una selva di fischi, di "vattene", di "venduti" di
"vergognosi"...
Del resto il funerale di Genova — di
quelle povere vittime innocenti che hanno destato in noi sentimenti di
"pietas!" cristiana, quelle vittime per cui soltanto pochi
(Bergoglio, all'indomani del funerale, nell'Angelus della domenica, non le ha
nemmeno ricordate!) hanno avuto parole di cordoglio — ben riflette la
situazione del Paese: un Governo "del cambiamento" che, in poco più
di cinquanta giorni ha quasi azzerato gli arrivi dei "migranti
climatici" — vi ricordate i lamenti delle vecchie zitelle di regime che
squittivano: "Come si fa a fermare un fenomeno epocale? Come si fa a fermare
un'immigrazione biblica?”— con un Ministro degli interni "presente sul
territorio" un governo con il quale sta aumentando la percezione di
sicurezza e la fiducia dei cittadini nello Stato, un governo che, di fronte
alle calamità parla con chiarezza e agisce con fermezza (la revoca delle
concessioni), con un Presidente che ha prestigio nei consensi internazionali
(il suo incontro con Trump). Un governo che, il giorno dopo la tragedia, ha
consegnato le prime case e che, entro novembre darà un tetto a tutti gli
"sfollati".
Anche i numeri sono dalla parte della
coalizione "gialloverde" alla quale i sondaggi attribuiscono il
settanta per cento di gradimento degli italiani e che, assicurano, come oltre
il 70% degli elettori condivida il "braccio di ferro" di Salvini e
che se si andasse a votare ora il M5S e la Lega prenderebbero, ciascuno, il 30
per cento dei voti e il PD calerebbe dal 18 al 14-12 per cento mentre Forza
Italia dal 10% passerebbe al 7-8 per cento. Insomma grande consenso come,
onestamente, riconosce Polito su "Il Corriere della Sera", mentre le
oche capitoline, capeggiate (indovinate un po' da chi?), dal noto lecchino
Sallusti, de "Il Giornale" della famiglia Berlusconi che, da tempo,
fa le veci de "L'Unità" e del "Manifesto", starnazzano
sguaiatamente...
Ma attenzione, nonostante il consenso,
per il governo non sarà vita facile! Contro la coalizione "giallo-blu"
vi sarà una guerra senza frontiere che vedrà unite, stavolta, tutte le forze
"massonico-mondialiste" e "cattocomuniste", dalla Sinistra
devastata, con tutte le sue varie sfaccettature, alla "falsa" destra
di Forza Italia (delle macerie rimaste), dalla Guardia Costiera che, con
l'Ammiraglio Pettorino, promosso da Gentiloni, si è messa in testa di
contribuire all'invasione islamica del nostro paese facendo arrivare gli
immigrati con le nostre navi (trasformate in "navi pirate" che
sostituiscono la mafia delle ONG), alle Toghe Rosse (che ora marciano
all'unisono con sinistre e Berlusconi) fino alla CEIC (Commissione Episcopale
Italiana Comunista) che, con il blocco delle navi delinquenziali ONG, sta
vedendo sfumare i suoi ingentissimi guadagni fatti con le Coop rosse e la
Caritas sulla pelle degli immigrati che, come hanno ammesso i mafiosi di Roma
Capitale: "rendono assai più della droga".
Del resto Renzi ha annunziato con
sicumera: "Preparatevi stiamo per ritornare... a settembre cadrà il
governo per mano della Magistratura"... E se lo dice il Bomba!..
Intanto, in tempo reale, apprendiamo che
la Magistratura è già intervenuta, ordinando la discesa a terra di diversi
immigrati dalla quella che, ormai viene non viene più considerata la nave della
flotta della Marina Militare ma la "nave di Pettorino”, e ha aperto un
fascicolo per sequestro di persona... contro ignoti.
Intanto nella sede della Lega di Bergamo
sono scoppiate due bombe, non "botti" a salve sparati da pistoline
giocattolo ad aria compressa sparate da tredicenni al pretone tondo di Pistoia
che trascorre i giorni e le notti con aitanti giovinetti di colore, e nemmeno uova
lanciate ai passanti dai figli dei dirigenti comunisti, ma ordigni, atti ad
uccidere, a procurare una strage. Quindi anche la casa dei genitori di Salvini
è stata "alleggerita" dai ladri (ma guarda un po' il caso!)
Del resto sia Matteo Salvini che altri
membri del governo avevano anche espresso i propri timori verso una prossima
offensiva internazionale contro il governo italiano. Eccoci al punto... Apprendiamo
dal "Secolo d'Italia" del 22 agosto che: "... scende in campo
(contro il nostro governo, n.p.c.) nientemeno che Standard & Poor's ,
l'agenzia di rating statunitense che con le sue "soggettive"
valutazioni anche in passato ha causato guai... (e) per questo è finita sotto
inchiesta più volte, sia in Italia che negli USA, ed è stata definita come
screditata da parte di esponenti economici di rilievo. Dopo lo spred, i
giornali, la UE, ora scendono in campo anche gli opinion maker economici contro
il governo del cambiamento italiano. Secondo Standard & Poor's, infatti, i
negoziati sulla Brexit (guarda caso anche questi invisi alla UE) e le
"continue tensioni" legate ad argomenti sensibili... come la politica
fiscale e l'immigrazione, rappresentano i "maggiori rischi" che
l'Europa deve affrontare... sul fronte italiano si sottolinea che le
controversie sollevate dal nuovo governo "hanno il potenziale per portare
a una situazione di stallo che innerva i mercati" (per cui) l'Europa
"potrebbe diventare luogo di una crisi del mercato".
Se questa non è una dichiarazione di
guerra, il preludio a un Golpe (tipo quello di Napolitano che insediò il
Governo di Mario Monti) ditemi voi cos'è.
Con tanti saluti al suffragio universale
e alla libertà di voto. Il bestione partitocratico (PD + Forza Italia + quinte
colonne) sta dando gli ultimi colpi di coda nella sua agonia... e non è detto
che questi colpi vadano a vuoto. Fermezza e coraggio dunque, i nemici della
libertà non hanno ancora vinto e, ogni volta che il popolo è stato chiamato
alle urne (da settant'anni a questa parte), la Rivoluzione è sempre stata,
seppur con alti e bassi, sconfitta.
Pucci
Cipriani
Fermezza e coraggio e libertà !
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