Conoscevo di fama Pucci Cipriani ancor prima di incontrarlo. Il suo nome figurava come Editore di un libro assai importante, uno dei migliori e fondamentali pubblicati sull’argomento, F. Giantulli s.j., L’essenza della Massoneria italiana: il naturalismo, apparso nel 1973. Entrammo in contatto e per alcuni anni ricevetti sempre una sua cartolina da Civitella del Tronto, dove dal 1969 organizzava un incontro che era nato come omaggio agli ultimi difensori del Regno delle Due Sicilie per crescere poi fino a diventare il più importante appuntamento periodico dei Tradizionalisti italiani. Nel 1987 iniziai a parteciparvi e a tenervi relazioni. La conoscenza si approfondì e divenne profonda amicizia.
Nel 1988, sul modello dell’analogo comitato francese, Pucci promosse la costituzione dell’Anti 89, per organizzare le (contro)celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione Francese, e iniziò le pubblicazioni di Controrivoluzione, rivista giunta ormai al 125° numero, con molti supplementi, tra i quali gli Atti di diversi convegni di Civitella.
Nel non sempre lineare mondo del tradizionalismo italiano l’opera di Pucci Cipriani spicca per coerenza e continuità. Non nostalgismo un po’ folkloristico, non papismo servile e opportunistico fino al tradimento della Tradizione, ma una limpida battaglia per il Trono e l’Altare, la Croce e la Corona. In particolare mi piace ricordare che Controrivoluzione non ha mai tentennato nella devozione verso il grande difensore della Fede Mons. Marcel Lefebvre e nel sostegno alle sue opere.
Dopo il Pucci Cipriani editore, scrittore politico, organizzatore di eventi, giornalista di rara efficacia, negli anni più recenti ho conosciuto meglio un altro aspetto della sua personalità, quello di letterato e memorialista, cantore di una Toscana “diversa”, come recita il titolo del suo volume del 2005: L’altra Toscana - Diario di un Conservatore.
Di tale opera questa costituisce l’ideale continuazione, alla riscoperta di un mondo di ieri (e l’altro ieri) che rischierebbe altrimenti di essere coperto dall’oblio. La descrizione di quel mondo non è un esercizio nostalgico o sdolcinato di rievocazione del passato. È la dimostrazione che una civiltà cristiana è esistita non solo sui libri e nelle grandi realizzazioni ma anche nella vita vissuta di ogni giorno, scandita dai rintocchi delle campane e dai tempi della preghiera. Una società di cattolici “non adulti”; ma, come dice l’Autore «c’è più teologia in queste due poesie per bambini delle elementari che non in mille discorsi del pretume attuale che si arrampica sugli specchi per dire certe cose».
Non sarò mai capace di scrivere pagine così toccanti e poetiche come quelle di Pucci, ma i mei ricordi di fanciullezza, sia pure in un ambiente così diverso, la metropoli milanese e non Borgo San Lorenzo, sono in qualche caso simili. Anch’io da ragazzo nelle strade nel mio quartiere incontravo frati che mi salutavano con «Pace e bene» o «Sia lodato Gesù Cristo», non «buongiorno», «buonasera» o «buon pranzo».
Massimo de Leonardis
Ordinario di Storia delle Relazioni Internazinali
Direttore del Dipartimento Studi Giuridici
dell’Università Cattolica di Milano
Nessun commento:
Posta un commento