SALUTI
Jacopo Alberti, Consigliere Regionale - Portavoce dell'Opposizione
Pucci Cipriani, Direttore di "Controrivoluzione"
INTERVENGONO
José Antonio Ureta, Autore del volume
Roberto de Mattei, Docente Universitario, Presidente della "Fondazione Lepanto"
PRESIEDE
Ascanio Ruschi - Giurista
José Antonio Ureta
IL “CAMBIO DI PARADIGMA” DI PAPA FRANCESCO
Continuità o rottura nella missione della Chiesa?
Istituto Plinio Correa De Oliveira, San Paolo, Brasile, 2018
p. 213 - Euro 8,32
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[Luca Ferruzzi] Fisolofia, Religione, Fede, Magistero, Uomo, Dio, Chiesa, Spirito Santo: tutto, compreso il significato stesso dei termini utilizzati ed il loro contesto, viene messo in discussione in una battaglia epocale, senza esclusione di colpi, tra “tradizionalisti” da un lato e “modernisti” dall’altro, in una tenzone all’ultimo sangue il cui premio finale sarà inevitabilmente il controllo, il potere, da esercitarsi nei confronti del Cattolicesimo come da sempre, al di la delle argomentazioni portate dagli uni e dagli altri, è destino che avvenga per ogni consorzio umano dacché Caino pensò bene di spaccare il capo allo sfortunato fratello.
Magnificamente argomentato da José Antonio Ureta, discepolo del leggendario Plinio Correa de Oliveira, direttore storico del settimanale “Legionario”, uomo politico, ultra-conservatore, avversario mortale della teologia della liberazione, il volume si propone di tracciare un bilancio dei primi 5 anni di pontificato di Papa Francesco, alla luce delle esternazioni e degli atti magistrali prodotti dal Papa, Evangeli Gaudium e Amoris Laetitia in primis.
Tale bilancio, per Ureta, lascia senza parole: il “nuovo paradigma” sembra operativizzare, una volta per tutte, i cambiamenti epocali prefigurati dal Concilio Vaticano II: la Chiesa si sottomette alla democrazia, al numero, alle opinioni correnti … anzi: al materialismo e al comunismo. L’Uomo si libera (da che?), diviene mentore e guida di se stesso, s’innalza verso le stelle, novello astronauta la cui rotta egli deciderà sul momento (essendo anch’essa soggettiva) quando più gli aggraderà.
E allora: perché non introdurre un poco di grigio tra bianco e nero? O ancora: “chi sono io per giudicare” tra il giusto e lo sbagliato? Per Ureta, la guida della Chiesa di oggi rischia di perdere il bandolo della matassa, con il superamento dei “valori non negoziabili”, le prese di posizione neo-marxiste e comuniste, il “colloquio” con istanze abortiste, pro-eutanasia, pro LGBT e unioni omosessuali, il concetto “dinamico” di “verità”, e di “parola di Dio”, la nuova morale di tipo soggettivo senza imperativi assoluti (messa in discussione dei precetti morali), l’ecologia, l’avvicinamento a e la condivisione con tutto ciò che anche vagamente possa essere definito “progressista”, il dialogo inter-religioso.
Ma tutto questo, ci dice Ureta, viene approcciato per “spot” successivi, una tantum, senza prima voler garantire la certezza del disegno finale, che altrimenti il collegio cardinalizio e i vescovi lo saprebbero e certo non vi si opporrebbero, alfine certi che lo Spirito Santo abbia illuminato una intera nuova visione universale del cosmo e del ruolo dell’uomo nello stesso (del creato, si sarebbe detto una volta … ma in questo caso, Dio sarà d’accordo?).
E mentre 900.000 fedeli, smarriti, chiedono chiarimenti, inopportuni Dubia e Correctio Filialis de haeresibus propagatis invano aspettano risposta che non verrà. Essa non può infatti logicamente giungere: tutto ciò appartiene al “Vecchio Paradigma”, quello dei codici e del latino; non vi può essere alcuna risposta da chi già nel “Nuovo Paradigma” sta proiettando l’Uomo e il mondo. La “non risposta” è una condanna senza appello, un superamento d’ogni tradizione, consuetudine, canone: il segno del cambiamento senza ritorno.
Leggere il “Cambio di Paradigma” lascia sgomenti, senza alcuna certezza: non consigliabile ad un pubblico non maturo. L’uomo per sua natura, guarda al passato: forse tutto ciò è sbagliato, non sapremmo, oppure forse lo Spirito Santo illumina alcuni si e altri un po’ meno (con le due fazioni in lotta per accaparrarselo), forse davvero il Cristo è venuto a mettere figlioli contro genitori, e noi non l’abbiamo capito.
Non manca poi molto però, secondo le Centurie di Nostradamus, per scoprire chi aveva ragione.
Pucci è geniale, inflessibile, invincibile, insostituibile! E' il numero uno dei militi cattolici, che sono irriducibili al neomodernismo. Sono fiero di essere suo amico.p.v.
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