lunedì 13 febbraio 2017

IL MIO "BATTESIMO DI FUOCO" A CIVITELLA DEL TRONTO (di Gabriele Bagni)

Sono trascorsi ormai due anni da quando, per la prima volta, mi recai a Civitella del Tronto, quel paesino immerso nella Terra d'Abruzzo, che, con la sua Roccaforte, si erge ai piedi del gran Sasso. Era il 2014 e ancora frequentavo la Scuola Superiore, in attesa di dare la maturità. Non conoscevo quel paese ma respiravo quell'alone di misticismo che l'evocazione del nome destava nel nostro ambiente tradizionalista; tutti coloro che vi erano stati, partecipando ai convegni della Tradizione, ne conservavano un ricordo bellissimo e contavano i giorni in attesa di ritornarvi.
I primi che me ne parlarono - ero ancora un ragazzino - furono Renato Paolini e Paolo Ficcadenti, ma fu solo un altro caro e grande amico, Pucci Cipriani, noto storico e giornalista della Tradizione e promotore  di questi importantissimi eventi, che riuscì a convincermi a partecipare.
Era venerdì sette marzo quando partimmo - l'appuntamento era a Borgo San Lorenzo, davanti al Bar del Vaticano (ora chiamato "Italia") dove l'amico Pucci offrì a tutti noi di Firenze e provincia una bella colazione con i famosi bomboloni alla panna di Paolo - e il Convegno: "Cattolici senza compromessi: contro il normalismo politico ed economico", sarebbe durato fino a domenica nove; tema impegnativo e difficile per uno studente come me ma io non mi lasciai impressionare.
Già durante il viaggio per Civitella mi trovai a mio completo agio, insieme a una bella e "cameratesca" compagnia : canti, preghiere, ma anche scherzi e lazzi, grandi risate...la gioia della Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, ci tenne compagnia.
E poi, all'arrivo, quella sorta di "battesimo del fuoco" con un bicchierotto di "Centerbe", di settanta gradi, che mi scombussolo' le budella...ma solo per poco! Prima della cena, alle 19, fu celebrata la S.Messa dal giovane sacerdote della Fraternità San Pio X don Mauro Tranquillo - appresi che, per la prima volta, il Cappellano dei Convegni civitellesi don Giorgio Maffei, dopo venti anni, aveva dovuto rinunziare (morirà l'anno dopo ultranovantenne) a salire alla Rocca ma ci fu vicino con il cuore e la preghiera - celebrò la Santa Messa tridentina : fu una cerimonia molto sobria, un tavolo allestito, come altare, con due candele e un Crocifisso, in una sala senza  niente che potesse sembrare una chiesa o una cappella,  ma fu lo stesso un momento nel quale terra e cielo si incontrarono... dalla modestia di quella sala, mentre il sacerdote scandiva le parole: "Hoc est enim Corpus meum" si passò subito alle schiere dei serafini e degli angeli e, noi tutti, fummo testimoni silenti di questo miracolo. Dopo cena la "Via Crucis" per le vie del borgo. E fu davvero una perla preziosa di quel convegno. Nel centro del paese semideserto (ormai poche sono le famiglie che abitano a Civitella)  si scioglieva questa processione, non si vedeva niente a causa del buio della notte, solo tante fiaccole accese che sembrava scaldassero quell'aria gelida e quel silenzio freddo. Solo in alcuni punti, grazie alla luce dei rari lampioni, si poteva scorgere il Crocifisso e, accanto, il sacerdote che, con voce forte, rompeva quel silenzio con le note del Miserere nostri Domine. Tutti pregavano, contenti di ripercorrere, attraverso quei suggestivi vicoli, la via del Calvario di NSGC che volle percorrere, caricato di una pesante croce, per immolarsi per la nostra salvezza. Poche volte avevo assistito a momenti tanto belli e così colmi di devozione . Finita la processione il sacerdote, dalla scalinata della chiesa, impartì la benedizione con la Croce.
Tornammo all'albergo e mi addormentai con il pensiero: quali altre stupende sorprese vi saranno nei prossimi due giorni?
La mattina, dopo la colazione e la S. Messa celebrata nel solito salone ecco Pucci Cipriani che, insieme ad Ascanio Ruschi e al senatore Fabrizio Di Stefano, presenta il Convegno. In particolare Pucci Cipriani ricordò come, in questo Convegno della Tradizione vi siano, insieme ai vivi anche i morti che, infatti rivivono nelle nostre preghiere e nel "Memento" delle Sante Messe celebrate proprio "ad memoriam" di coloro che passarono, in vita, da Civitella con lo stesso spirito che, ora, è in noi. Poi sfilarono, al tavolo dei relatori, illustri storici, docenti universitari, giornalisti di grido, insomma una intera giornata ad ascoltare, quasi estasiato,  quelle lezioni di gente sì illustre: il professor Massimo de Leonardis, il quel fece uno stupendo quadro dell'Impero asburgico e della "Felix Austria", il professor Roberto de Mattei, il mitico Presidente della Fondazione Lepanto, che ci mise in guardia dagli errori teologici e morali del cardinal Kasper, lo storico e giornalista Luciano Garibaldi, il biografo coraggioso del Commissario Luigi Calabresi, assassinato dai comunisti di Sofri , il dottor Carlo Manetti e la benemerita Cristina Siccardi (scrittrice di molte biografie di Santi fino a ... di Monsignor Marcel Lefebvre), le professoresse Patrizia Fermani e Elisabetta Frezza che affrontarono magistralmente i temi etici, mentre la dott.sa Virginia Coda Nunziante ci illustrò la Marcia per la Vita, contro il delitto di aborto, che, ogni anno, a maggio, viene organizzata a Roma.
E poi Danilo quinto, l'ex cassiere e militante radicale che ha incontrato Cristo dandone testimonianza con un suo libro : "Da servo di Pannella a libero servo di Dio" (Fede e Cultura - Verona), e, infine, due amici cari : Robetrto Dal Bosco che era stato a Firenze, con noi, per la presentazione del suo famoso (e profetico) libro : "Incubo a cinque stelle" (Fede e Cultura) e il mio coetaneo Guido Scatizzi, il più giovane tra gli oratori, esperto liturgista, che, appunto, parlò sulla distruzione della liturgia...E intanto guardavo il grande banco di libri (quanti titoli! E che titoli!) allestito dall'Editore Marco Solfanelli, pensando a quanti acquisti avrei fatto...e che feci : dal Messale romano, ai libri di de Tejada su Napoli Spagnola (Controcorrente), da Iuxta modum: il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione di p. Serafino M. Lanzetta (Cantagalli)  al monumentale ed eccezionale tomo di Roberto de Mattei : Concilio Vativano II : una storia mai scritta (Lindau), dal Risorgimento da riscrivere di Angela Pellicciari a "L'identità ferita" di Massimo Viglione (ambedue pubblicati dalla ARES), da Maestro Domenico di Pelosini (Edizioni Solfanelli) al libro di Francesco Agnoli e Pucci Cipriani sul Sessantotto (Fede e Cultura)... ammassati sui seggiolini dell'auto di Ascanio Ruschi avrebbero preso il posto di una persona.
Posso dire che rimasi estasiato da quei conferenzieri e che, per me, fu una giornata stupenda nella quale imparai più cose - e lo posso ben dire - che in tutti gli anni della scuola statale.
La domenica, invece, è il giorno più bello ed emozionante, ma anche quello più triste poiché finisci di stare in quel "piccolo paradiso terrestre" per tornare al "travaglio usato". Dopo la S. Messa solenne della domenica, una processione con le bandiere degli stati preunitari, sale, salmoidante, guidata dal cappellano e da Pucci Cipriani, alla Piazzaforte della "Fedelissima" Civitella del Tronto che fu, appunto, l'ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie. Eh già...e anche questa fu un'altra sorpresa : figuariamoci se a scuola possano raccontare ai ragazzi certe vicende e dire che, un pugno di soldati, fedeli al loro Re, resiste' a tutto l'esercito piemontese e alla ferocia belluina dei suoi generali, anche dopo la proclamazione del Regno d'Italia...stupendo le nazioni di tutto il mondo.Mentre da Torino a Catania sventolavano i tricolori, sul pennone della gloriosa Civitella del Tronto, svettava la Bandiera biancogigliata dei Bornoni.
Gli ultimi difensori furono fucilati, a Porta Napoli, dai "liberatori" piemontesi che vennero a "liberare il Sud" portando la libertà sulla punta delle loro baionette. Morì, fucilato dai pimontesi come un "bandito",  anche p. Leonardo Zilli da Campotosto, l'eroico francescano che, combattendo lui stesso, portò il conforto della Fede ai soldati di Civitella.
Al canto del Christus vincit!  issammo ancora sul pennone la bianca Bandiera borbonica. Fu un momento esaltante, avevo i brividi dell'emozione, in un certo senso, anch'io mi sentii partecipe della Storia, come quei soldati che combattereno  senza arrendersi fedeli a Dio, alla Patria, al Re.
E dopo la breve e commuovente rievocazione di Massimo de Leonardis  il saluto "alla voce" di Pucci Cipriani : "Viva Cristo Re" Viva Re Francesco!" Viva la Tradizione!" le preghiere e il De Profundis, con don mauro, nella chiesa di S. Jacopo alla Rocca, davanti ai resti degli eroici soldati.
In un mondo impazzito in cui sono sparite le certezze , in cui più nulla sembra esser vero, ove tutti svendono la libertà in cambio dei "falsi diritti", la triade Patria, Fede e Tradizione è a serio rischio. In  questo mondo che non mi appartiene, falso e utopico, in cui regna il "volemose bene", occorre ancora combattere per riconquistare la nostra identità.
Ecco perché anche quest'anno nei giorni di venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 marzo 2017 sarò ancora Civitella del Tronto e lì potrò trovare la forza e le armi per combattere la buona battaglia e vincere quella corsa di cui parla proprio San Paolo: "... nelle corse molti sono i concorrenti ma uno solo vince il premio. Anche voi correte in modo di ottenerlo!"

Gabriele Bagni

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