“L’Arte di Dio. Sacri pensieri, profane idee” è il
nuovo stimolante libro scritto e
pubblicato dalla scrittrice ed autorevole storica della Chiesa Cristina Siccardi, intervistata
da La Fede Quotidiana.
Che cosa l’ha spinta a progettare e scrivere questo
testo?
“Dopo anni di plateale distruzione dei canoni
iconografici tradizionali negli edifici di culto e di osservazione di chiese
brutte e prive di sacralità e dopo aver preso in esame le problematiche ad
ampio spettro insorte dopo il Concilio Vaticano II, ho pensato che fosse giunto
il momento di interpellare intellettuali, docenti, critici d’arte, esperti,
architetti ed artisti per ragionare insieme su come sia stato possibile
giungere alle derive artistiche attuali, dove non esiste neppure più l’ombra
del sacro e, allo stesso tempo, sia ancora e con dignità possibile dare gloria
a Dio, creando luoghi idonei al Suo culto. Da questo progetto è stato realizzato
un vero e proprio Simposio, poi traslato in volume, compendio di arte sacra che
l’Editore Cantagalli ha accolto con grande interesse.Il volume L’Arte di Dio.
Sacri pensieri, profane idee, che ha già dato vita al sito www.l’artedidio.it,
per avviare un percorso di verità al fine di mascherare illusioni e menzogne
all’interno dell’arte sacra, vuole essere, oltre ad una denuncia del brutto e
del deforme, proprietà utilizzate esclusivamente nella religione cattolica e
non in altre religioni che mantengono le tradizioni stilistiche loro proprie
(si pensi all’Islam, all’Ebraismo, all’Induismo, al Buddhismo…), anche una
piattaforma per una critica costruttiva, come dimostrano gli architetti e gli
artisti che abbiamo interpellato, testimoni e interpreti di bellissima arte
sacra, più viva che mai, a fronte di un’arte della bruttura e della morte”.
Che cosa è accaduto nell’arte sacra?
“La nostra civiltà, che offende ogni giorno le sue
radici cristiane, a partire dalle stesse gerarchie ecclesiastiche, ha perso il
senso del sacro e utilizza l’arte profanatoria per far diffondere concetti
contrari alla dottrina cattolica. Prendiamo, per esempio, il caso della tragica
pittura muraria La resurrezione dei morti, che si trova sulla controfacciata
del Duomo di Terni. Al centro della scena si trova Cristo, che ascendendo al
Cielo trasporta con sé due reti cariche di persone, fra queste sono
rappresentati prostitute, spacciatori, malavitosi, omosessuali e transessuali e
nulla di loro dimostra conversione: dannati, quindi, meritevoli del Paradiso?
L’opera venne realizzata nel 2007 dal pittore argentino Ricardo Cinalli – che
ha dichiarato: “nella mia Risurrezione anche gay e trans vanno in cielo” – :
questo il vangelo soggettivista di Cinalli, ma il Vangelo di Gesù Cristo è un
altro: dalla porta stretta del Paradiso passano soltanto coloro che si pentono
e cambiano vita. Questa Risurrezione fu commissionata dall’allora vescovo di
Terni Monsignor Luigi Paglia, oggi arcivescovo e presidente del Pontificio
Consiglio per la Famiglia, e dal parroco Don Fabio Leonardis, allora direttore
dell’Ufficio beni culturali della diocesi e segretario della Consulta regionale
per i beni culturali ecclesiastici. Insomma, il sacrilegio non è soltanto
dell’artista, ma è avallato dagli stessi
committenti.
Chi sono coloro che hanno risposto alle sue
sollecitazioni?
“Il Simposio coinvolge molti esperti, noti a livello
sia nazionale che internazionale e appartengono a diversi ambiti disciplinari
ed artistici: per la Filosofia, Corrado Gnerre e Giovanni Turco; per la
Teologia, don Jean-Michel Gleize FSSPX; per la Storia, Roberto de Mattei; per
la Lingua Latina, Don Roberto Spataro SDB; per la Storia e critica dell’Arte,
Antonio Natali, Antonio Paolucci, Vittorio Sgarbi, Christine Sourgins; per la
Letteratura, Martin Mosebach; per l’Architettura, Piercarlo Bontempi, Andrea De
Meo Arbore; per la Pittura, Giovanni Gasparro; per la Scultura, Daphné Du
Barry; per la Musica, Monsignor Vincenzo De Gregorio, Mattia Rossi; per il
Teatro, Pier Luigi Pizzi; per la Sociologia delle religioni, Pietro De Marco.
Il volume si chiude con una Appendice che riporta le riflessioni, già rese
pubbliche in altri contesti, di Jean Clair, Riccardo Muti, Padre Uwe Michael
Lang CO, Cardinale Domenico Bartolucci”.
Perché ha scelto il titolo L’Arte di Dio. Sacri
pensieri. Profane idee?
“Perché esiste l’Arte di Dio ed esiste, oggi, un’arte
dell’uomo che si fa Dio, interpretando a proprio uso e consumo l’arte,
distantissima dai canoni della bellezza e della sacralità che si convengono nei
luoghi di culto. Le chiese non sono semplici luoghi di riunione per pregare,
come accade per i protestanti, ma vere e proprie dimore di Dio, Bene Sommo,
Bellezza Somma, Pienezza Somma: perché, dunque, da diversi decenni le Sue
dimore vengono progettate con parametri dove emergono la bruttezza, l’informe,
l’aniconico, il gelido? Spazi dove non è possibile raccogliersi in meditazione,
vuote come sono di sacralità? Sono scatole fredde, garage, aziende, hangar… non
certo chiese cattoliche. Le chiese antiche rimangono chiese per sempre, quelle
progettate dalle archistar come un Fuksas (pensiamo al cubo di Foligno) o di un
Piano (pensiamo al Santuario di San Pio da Pietrelcina di San Giovanni Rotondo)
non sono chiese neppure per l’età contemporanea, e tutti i fedeli se ne avvedono, tranne coloro che
hanno sposato le logiche del mercificazione dell’arte, abbracciando in tal modo
le idee profane e calpestando i sacri pensieri”.
Perché nel nostro tempo è diminuito il senso del sacro
e quali responsabilità ha la Chiesa?
“Il senso del sacro è diminuito proprio a causa della
Chiesa, responsabile di un dialogo scellerato con il mondo: ha così tanto
dialogato con esso da essere stata infettata dal suo paganesimo. Filosofi come
Kant, Hegel,Nietzsche; teologi come Rahner, Teilhard de Chardin, de Lubac hanno
intossicato il pastorale Concilio Vaticano II, che ha trasportata la Chiesa
alla deriva attuale. Gli adeguamenti liturgici compiuti da 50 anni a questa
parte sono la dimostrazione della perdita della fede, pensiamo, un esempio su
tutti, alla nascosta riserva eucaristica che ha sostituito il tabernacolo al
centro degli altari: posto d’onore per il Corpo di Cristo, centro della Santa
Messa. Oggi il centro è l’assemblea, la comunità. Segni e simboli visibili sono
determinanti nella religione cattolica, toglierli significa rinunciare alla
fede per dare rilievo all’antropocentrismo.Soltanto la fede cattolica è
iconica. Protestanti, musulmani, ebrei sono antifigurativi e la Chiesa attuale
ha scelto di vendersi e omologarsi a quest’ultimi. Che cos’è l’arte sacra se
non l’espressione plastica della fede? Ma è proprio la fede la posta in gioco.
Afferma il grande critico d’arte Jean Clair, che non può certo essere
considerato cattolico: «Temendo di essere accusata di attentare alla libertà
d’espressione, a differenza dei musulmani e degli ebrei la Chiesa non si
azzarda a denunciare il sacrilegio. Anzi, sorprendentemente, la Chiesa
cattolica è tentata di considerare queste forme estreme della creazione
artistica come testimonianze di un sacro adatto ai nostri tempi, al punto di
diventare un attore di questo strano commercio». Come il sacerdote dà le spalle
a Dio, rivolgendosi all’assemblea, così dalle chiese moderne si è tolta la
cupola e la volta, proprio come sostiene Vittorio Sgarbi nel libro: «la cupola
è il Cielo, la volta è la dimensione che sta sopra alla testa degli uomini.
Mancano sia le forme architettoniche, sia gli affreschi, sia le decorazioni che
accompagnavano quelle forme curvilinee, e quindi è evidente la volontà di interrompere
le tipologie verticali […] Si è deciso di rinunciare al Cielo quindisi procede
attraverso stilemi meccanici, che servono magari per contenere persone, come
potrebbe essere un teatro… ma teatro è già molto. Essi sono niente!».
Da storica della Chiesa che bilancio stila del viaggio
del Papa in Egitto?
“È stato un viaggio come gli altri, ecumenico e
interreligioso. Papa Francesco ha rinunciato all’evangelizzazione, ovvero a
portare il Vangelo a tutte le genti, affinché si convertano nel nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo. La Chiesa di anno in anno, a partire dal
Concilio Vaticano II e in un crescendo sempre più acuto, ha rinunciato alla sua
identità: non guida più il mondo, ma è guidata dal mondo; non è più interprete
della Verità e testimone della Santissima Trinità, ma si fa annunciatrice di
una religione pauperista di pace universale, dimentica che l’autentica pace
inizia nell’anima di ciascun uomo grazie alla libertà portata da Gesù Cristo:
«Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32); si è mischiata
nella confusione babilonica dei nostri tempi, dominata, come affermava
Benedetto XVI, dalla dittatura del relativism”.
Possibile parlare di crisi della fede?
“È talmente evidente, siamo di fronte ad una vera e
propria apostasia. Si è completamente persa la dimensione soprannaturale del
credo cristiano e la Chiesa, invece di occuparsi della sua mansione, ovvero la
salus animarum suprema lex, si occupa di questioni politiche, demagogiche,
sociologiche, abbandonando le anime alla più profonda confusione. È una Chiesa
che si autodistrugge mentre fugge. Fuggono i fedeli, fuggono le vocazioni,
fuggono i pastori per paura delle loro responsabilità e per vanagloria.
Affermava san Gregorio Magno, come ricorda san Tommaso: «Dalla vanagloria
nascono le stravaganze dei novatori» (S.Th, II-II, 10, 1, ad 3). Oggetto
dell’ammirazione e del delirio passionale è il mondo moderno. Così la Chiesa
dimentica la sua identità e lo scopo per cui Cristo l’ha edificata,
umiliandosi, svilendosi e agonizzando ai lascivi piedi dei poteri forti. Ad
oggi, i più che legittimi e sacrosanti Dubia dei quattro Cardinali,
Brandmüller, Burke, Caffarra,Meisner, sul drammatico tema esposto
nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia(la possibilità di dare la comunione
ai divorziati risposati, minando il principio di indissolubilità coniugale,
tesi che lascia il credente basito e smarrito) non hanno ancora ricevuto
risposta da Francesco. È quella stessa Chiesa, attraverso la Cei, che boccia i
progetti di vere chiese proposte da validi architetti a vantaggio di coloro che
propongono edifici dissacratori”.
Bruno Volpe
Fonte: La Fede Quotidiana
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