martedì 23 maggio 2017

Marcia Nazionale per la Vita, 20 maggio 2017

"... e se non piangi di che pianger soli?" venivano alla mente i versi danteschi del canto del Conte Ugolino allorché, al termine della grande Marcia per la Vita, quando sul palco una mamma ha testimoniato il suo rifiuto a staccare i macchinari al figlio in coma per un incidente della strada e il suo ragazzo era lì, anch'egli sul palco, a inneggiare alla vita contro l'eutanasia... quell'eutanasia che la grande stampa di regime, la TV di Stato (totalitario) e le TV di Berlusconi hanno cercato di effettuare nei confronti della VII edizione della Marcia per la Vita, il più grande avvenimento "pro life" italiano:

"Nessuno sa — scriveva sabato 20 maggio 2017 Renato Farina su "Libero"  della marcia della vita e nessuno perciò perde del tempo... non vale la pena nemmeno scaldarsi. Che saranno mai cinque milioni di creaturine spazzate vai dal 1978 in Italia, che tutti sanno essere bambini ma non si dice? Il fatto è che quella marcia non disturba nessuno, non fa nemmeno incavolare le femministe. Chi affollerà continua ancora Farina — senza antagonisti e molotov al seguito, le strade di Roma, sono brave persone un po' retrò, sono famiglie con la carrozzina, con i palloncini colorati... non tirano sassi, non sono militanti di un'idea incazzosa, ma testimoni che vorrebbero prendere in braccio quei bambini che se no verrebbero fatti a pezzettini".

Sì, sabato 20, a Roma, ha sfilato la gente del "popolo della vita" per chiedere uno Stop alla legge criminale sull'aborto che permette l'uccisione dell'innocente nel grembo materno : erano mamme e papà con i loro bambini, giovani pieni di entusiasmo, nonni e nonne che sanno come sia importante la famiglia per difendere la vita, tanti sacerdoti in talare e tante, tante suore che "gettavano al vento" le loro canzoni e innalzavano a Dio e alla Mamma celeste laudi dolcissime, medici e infermieri a cui si vorrebbe togliere anche la libertà dell'obiezione di coscienza perché ormai "l'aborto è una legge dello stato"... come erano leggi dello Stato quelle emanate dalla Germania hitleriana che permettevano l'eliminazione fisica dei malati mentali e dei disabili, come erano allora legali quei camion che si recavano, vuoti, negli ospedali psichiatrici e se ne tornavano via carichi di degenti ai quali veniva, poi, data la "dolce morte" come ora si vorrebbe dare anche da noi a coloro che, di volta in volta, verranno dichiarati non più abili al lavoro, o malati cronici, o incapaci di provvedere a se stessi...intanto abbiamo approvato, tra l'inerzia e la complicità di quei parlamentari che speriamo non abbiano più il coraggio di definirsi cattolici, il testamento biologico, una "eutanasia strisciante" in attesa di mettere il sigillo anche alla "morte di stato".
Ebbene eravamo sì, con orgoglio posso dire di esserci stato anch'io! in tanti, in tantissimi, migliaia e migliaia, più degli altri anni, con bandiere, magliette "pro life", simboli della Tradizione come le bandiere vandeane con il Sacro Cuore in campo bianco, simboli delle città e delle Regioni (Viciconte con il vessillo del Regno glorioso del Sud e Marco Fabrizio con la bandiera del Granducato di Toscana). Non so se l'entusiasmo, la gioia, la voglia di fare abbiano un colore... se l'avessero di quel colore erano pieni gli animi e i volti dei partecipanti che non gridavano slogan inneggianti alla gogna e non piantavano forche sulla pubblica piazza ma si limitavano a ribadire concetti eterni: "la vita è sacra" - "difendi la vita" - "No alle leggi di morte".

"La legislazione sul fine vita — scrive Costanza Miriano su "La Verità" del 20 maggio 2017  ha presso una piega mostruosa, e ad essere in pericolo è la vita di tutti i vecchi, i deboli i malati, perché si sta affermando in tutto l'Occidente l'idea che ci siano vite degne di essere vissute e altre no, e questo anche a prescindere dalla volontà della persona malata. Una pena di morte resa culturalmente digeribile dal fatto che quello che viene ucciso è malato, vive in condizioni disagevoli, allora va bene eliminarlo, perché il benessere è l'unico criterio di giudizio universalmente riconosciuto.... Ci sarò anch'io (alla Marcia per la Vita, n.p.c) anche se so che questo non mi mette a posto la coscienza (ma)... è un mandato che ci ha consegnato Giovanni Paolo II, quando ci chiese di alzarci in piedi ogni volta che la vita fosse minacciata e oggi con la legge sul fine vita è quello che sta succedendo. Ci sarò anch'io - continua la scrittrice cattolica - anche se so che il Papa non dirà una parola per noi marciatori (ma se mi sbaglio meglio) perché ormai si è capito, Francesco non ama i cristiani combattenti culturali, per intenderci, che fanno questioni di principio (...) annunciare la Verità... anche questa è carità. E' necessario quando gli "altri" — chi sostiene che ogni vita è a disposizione di un giudizio — hanno tutte le televisioni, i giornali, le leve della cultura, i fondi i finanziamenti del nuovo disordine mondiale, comprese le grandi strutture sovranazionali8 (vogliamo parlare dell'ONU che si permette di bacchettarci su un problema che secondo il nostro ministero della Salute non esiste, cioè dell'obiezione di coscienza all'aborto?)...i soldi e il potere stanno da un'altra parte, nessuno è al nostro fianco...E la nostra forza, la vera rivoluzione, è che noi tifiamo per i nostri avversari. Non per le loro idee, ma per la loro vera felicità. E questo scombina davvero il punteggio finale."

Già, poteva ben esser lieta Donna Virginia Coda Nunziante, anima vera della Marcia per la Vita, che sulle sue spalle ha portato e porta un duro lavoro di sette anni per riunire nella Città eterna decine di migliaia di persone e per dire NO a ogni compromesso e a ogni cedimento nella difesa della vita; al termine, poi, ecco le grandi ed eroiche testimonianze prima fra tutte quella drammatica e avvincente di Gianna Jessen sopravvissuta all'aborto salino deciso dalla madre che voleva sbarazzarsi di lei... ma Gianna è viva e vegete ed ha incredibilmente resistito all'iniezione assassina di soluzione salina che uccide, tra atroci sofferenze, il feto. Ora è qui di fronte a migliaia di madri, di padri, di ragazzi e fa fatica a stare in piedi perché affetta da "post traumatica stress disorder" come le povere vittime di immani catastrofi...è diventata una attivista "pro life" e ora può gridare in faccia alle femministe e ai fautori e sostenitori della legge assassina: "Se l'aborto è una questione di diritti delle donne dove erano i miei diritti quel giorno?" 
Ma attenzione a difendere Gianna Jessen - mentre un partito di centro destra italiano che non ha detto una parola contro le leggi di morte si appresta a fondare un movimento per la difesa dei cuccioli degli animali e a fare leggi che prevedono pene detentive per chi uccida conigli o agnelloni - perché Stephane Mercier, professore di filosofia all'Università belga di Lovanio è stato licenziato perché ha avuto il coraggio di parlare contro l'aborto davanti ai suoi studenti...e poi delle ragazze che hanno raccontato come si siano ribellate all'obbligo di abortire... e i ragazzi di Napoli che hanno cantato inneggiando alla vita mentre un sacerdote napoletano ha messo in guardia Renzi: "Ci fidavamo di lui e invece ci ha traditi...un boy scout che tradisce Cristo! Vergogna".
E intanto i ragazzi di Militia Christi  sono in tanti con le loro bandiere con il cuore della Vandea scandiscono forte lo slogan: "Aborto, divorzio, eutanasia, questa è l'Italia della Massoneria".
E allora Iddio ve ne renda merito! Iddio renda merito agli organizzatori e tutti coloro che si son dati da fare e hanno partecipato a questa marcia ! Grazie per aver dato anche a noi di poter rendere la nostra testimonianza! E ora tutti al lavoro per l'ottava Marcia per la Vita nel maggio del 2018 a Dio piacendo!

Pucci Cipriani 










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