Comunichiamo che in occasione del Convegno della Tradizione Cattolica della "Fedelissima" Civitella del Tronto (che si terrà venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 marzo 2018), gli alberghi convenzionati (Hotel "Fortezza" - Hotel "Zunica" e Hotel "Ermocolle") sono già al completo. Pertanto tutti coloro, che partecipano al Convegno e che vogliano pernottare il venerdì 9 e il sabato 10, ove non lo avessero fatto, sono pregati di prenotare subito ai seguenti alberghi in prossimità di Civitella del Tronto:
HOTEL MIAMI - Viale Vibrata, 2 - 64010 Villa Lempa (frazione di Civitella) tel. 0861 - 919183
Camera singola - Euro 45,00
Camera doppia - Euro 65,00
HOTEL SCACCO ROSSO - Via Piave, 23 - S. Egidio alla Vibrata tel. 0861 - 843 139
Camera singola - Euro 35,00
Camera doppia - Euro 60,00
Camera tripla - Euro 75 00
Ai giovani che rientrano nella categoria "tariffa ridotta" e che hanno prenotato verrà assegnata la camera venerdì pomeriggio alle 17,30.
lunedì 26 febbraio 2018
giovedì 22 febbraio 2018
Il voto a chi difende la Tradizione Cattolica e la nostra identità!
Sub Christi Regis Vexillis militare gloriamur
Organo Ufficiale dell’ANTI 89 Diretto da Pucci Cipriani
ETIAMSI OMNES EGO NON
Lettera della Comunione Tradizionale
Il voto a chi difende la Tradizione Cattolica e la nostra identità!
La Democrazia totalitaria dominante oggi in Italia è quanto mai lontana dalla Tradizione; nessuna forza politica presente in questo o nel futuro Parlamento rispecchia il nostro modello ideale; sarebbe tuttavia un gesto sterile rinunciare ad esprimere il proprio voto nell'unica occasione in cui i cittadini possono manifestare la loro volontà, che avrà comunque un peso.
Noi crediamo che il voto vada dato sulla base di convinzioni profonde. I concetti di Destra e di Sinistra non hanno per noi perso valore. Perciò i partiti di sinistra non potranno mai avere il nostro suffragio, né il parolaio Renzi che ci ha regalato le unioni omosessuali, il Gender, l'eutanasia "nascosta" e i cui verbi sono sempre declinati al futuro (ridurremo le tasse?!), né l'ennesimo magistrato che ha compromesso il prestigio della toga dichiarando di aver sempre votato a sinistra e capeggiando un partito scissionista.
Il Movimento Cinque Stelle pur non ufficialmente tale, è in larga parte di sinistra, con tutte le caratteristiche di una rivolta di demagoghi e incompetenti.
Una così detta "estrema destra", Casa Pound, prevede nel suo programma: "aborto gratuito per chi lo voglia nelle strutture pubbliche", affermando anche che "l'eutanasia non è un delitto ma un diritto di tutti i cittadini". Va accostata alla strega Bonino, che merita solo il nostro disprezzo.
Il sistema elettorale non consente di esprimere preferenze per i candidati, ma solo di scegliere un partito. Nell'ambito del centro-destra la Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro le leggi LGTB. Occorre contribuire al loro successo — preferendo naturalmente tra i due simboli (Lega e Fratelli d'Italia) quello in cui sia il nome di qualcuno che si sia speso in difesa della vita dal concepimento ala morte naturale e per i valori della Tradizione — che rassicurerebbe contro ogni cedimento della coalizione.
Pucci Cipriani
Ascanio Ruschi
Firenze, 22 febbraio 2018 - Cattedra di San Pietro ap
martedì 13 febbraio 2018
RITRATTI IN PUNTA DI... SPILLO. DON MILANI E IL SUO SCUDIERO!
Dalla parte di Caino – ovvero da parte di
coloro che, dopo aver preso seggi e remunerazioni, in nome del centrodestra,
della destra, dei "valori non negoziabili", passati allegramente
all'altra sponda... ovvero alla Sinistra del gender, dell'all'aborto, dell'eutanasia,
del caos, delle tasse, della Fornero – ora hanno scoperto un nuovo Santo, don
Lorenzo Milani, quello che si batté contro la scuola meritocratica, il
"prete rosso" , che precorse la rivoluzione sessantottarda e proclamò
che: "L 'obbedienza non è più una virtù ma la peggiore delle
tentazioni"; ma c'è di più, ovvero, una lettera dello stesso don Milani al
suo amico e "Compagno" Giorgio Pecorini che, tra l'altro, recita
testualmente:
"Quando si vuol bene davvero ai ragazzi,
bene come gliene può volere solo la mamma che li ha fatti o il maestro che li
ha partoriti alla vita dello spirito, o il prete che non ha donna o figli fatti
per mezzo del pipì ma solo figli fatti per mezzo dei Sacramenti e della Parola
allora il problema della scuola confessionale o non confessionale diventa
assurdo, ozioso. Quei due preti mi domandavano se il mio scopo finale nel far
scuola fosse di portarli alla Chiesa o no (...) E io come potevo spiegare a loro
così pii e così puliti che io i miei figli li amo, che ho perso la testa per
loro, che non vivo che per farli crescere, per farli aprire, per farli
sbocciare, per farli fruttare? (...) E che se un rischio corro per l'anima mia
non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto d'amare troppo (cioè di
portarmeli anche a letto!) . (...) la gente non crede a chi non ama.... E chi
potrà mai amare i ragazzi fino all'osso senza finire di metterglielo anche in
culo se non un maestro che insieme a loro ami Dio e tema l'inferno e desideri
il paradiso? "
(Cfr. Lettera di Don Milani a Giorgio Pecorini,
da Barbiana il 10 novembre 1959 in Giorgio Pecorini "Don Milani! Chi era
costui?" pp.386-391, Ed. Baldini e Castoldi, 1996)
Le recenti vicende del "Forteto",
poi, ancora brucianti e angoscianti, vedono protagonisti (nonostante gli
imbarazzati e imbarazzanti "distinguo") coloro che alle idee di don
Milani si ispirarono (cerca su Google Il Covile n. 729 Catastrofe del
Cattocomunismo fiorentino).
E ci voleva questo "incipit" per
capire il personaggio di cui farò un breve ed essenziale ritratto :
l'illustrissimo signore Onorevole Gabriele Toccafondi, Sottosegretario del
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca... insomma un pezzo
da novanta della politica italiana...
Questo illustre personaggio nasce a Firenze nel
1972; ancor ragazzino era già un "personaggio anonimo" ma che,
proprio per questo, amava farsi notare stando giornate intere attaccato alle
gonnelle del parroco... insomma di quei "vota...nidi" che facevano
esclamare al buon prete : ma a casa tua non vai mai?
Cresciuto così, tra la sagrestia, il
"circolino", la nutella, le merendine, e qualche raro calcio al
pallone (meglio non affaticarsi... il lavoro uccide) frequentò anche l'Istituto
Tecnico e l'Università anche se – si dice – lo studio e i libri non siano mai
stati il suo forte. L'ultima lettura dell'Onorevole Sottosegretario, stando al
mio fantasioso "informatore", risalirebbe a "Piccolo
Alpino" di Salvator Gotta quando ancora la mamma lo metteva a letto, dopo
avergli fatto fare i compiti.
Poi conosce Cielle e don Giussani (i maligni
dicono che il Gius, in realtà, non lo abbia mai voluto incontrare) e cresce,
immagino, facendo amicizie ed esperienze nella "Compagnia delle
Opere" , in odore di "tangenti", non troppo stimata dall'On.
Rocco Buttiglione che, una volta, in un incontro televisivo disse, a
bruciapelo, a un Dirigente della medesima Compagnia che avrebbero dovuto
osservare l'Undicesimo Comandamento; e alla domanda dell'interlocutore, stupito,
che chiedeva cosa recitasse l'Undicesimo Comandamento, Buttiglione rispose
sornione: "Ruba un po' meno!"
Ma anche in CL il Leccafondi (come veniva
chiamato) tenne sempre un "profilo basso" imparato da un motto che
regnava nelle sagrestie e nelle sezioni periferiche democristiane: "Per
sopravvivere non importa saper nuotare, basta saper fare il morto... stare a
galla" e, infatti, attaccato alla giacca del Rettore Franco Scaramuzzi
che, ormai vecchio e pieno di acciacchi, vede nel personaggio un angelo custode
, e se lo porta, nel 1999, in Consiglio Comunale per il Centrodestra mettendolo
in una delle liste che lo appoggiano, mi sembra quella degli "Amici del
gatto e del cane" (quindi, a differenza dei partiti, qui non c'è bisogno
di molte preferenze... ne bastano una trentina). E del cane il
"Leccafondi" ha tutte le doti: sa fiutare, scodinzolare, uggiolare,
guaire di fronte al padrone e, massimamente, è esperto nell'arte del
leccaculismo.
Il Signor Nessuno, vestito in grisaglia, un
"lupacchiotto" impertinente, con la faccina del bambino viziato con
l'eterno "broncino", il ricciolo vago, galleggia, fa il morto, non
pesta i piedi a nessuno, lo chiamano "Ragazzi son con voi!", infatti
dà ragione a tutti, non si schiera. Raccontano che nel quinquennio una sola
volta abbia chiesto la parola e, di fronte a un Consiglio Comunale allibito,
che, finalmente, sentiva la sua voce, abbia sibilato: "Sarò breve, Signor
Sindaco, ho chiesto la parola solo per domandare se sia possibile chiudere
quella finestra là in fondo perché qui passa lo spiffero... e io non vorrei
prendere la bronchite... già ieri mi faceva male la gola".
Da qui "Gabri", come lo chiamano gli
intimi che siedono alla sua mensa, spicca il volo, conosce Verdini il ras
"loggiatico" di Forza Italia, l'uomo che ha passato la vita a far
leggi elettorali "ad personam" in quanto quando si è presentato non
ha preso nemmeno il voto della moglie, il messia della Gran Loggia, quello che
distruggerà completamente il centrodestra in Toscana, e Verdini, che non ha
Patria né Bandiera, vede in questo giovanotto uno che se ne sta nel suo guscio,
sa riportar l'osso e non rompe le scatole con gli ideali, principi e fesserie
del genere, gli mette la livrea e lo imbarca sulla sua Filibusta: nel 2004 è
eletto in Consiglio Comunale per Forza Italia, nel 2008 lo nomina Parlamentare
per il Popolo delle Libertà e lo rinomina nel 2013, e dal 2008 al 2013, al
servizio di Verdini, Gabriele Toccafondi diventa anche coordinatore di Forza
Italia, quindi , praticamente, "caporione" del centrodestra a
Firenze. Dal 2013 "Gabri" è al top infatti il duo Renzi-Verdini:
premia il Quisling fiorentino che ha pugnalato alle spalle – insieme a Lupi,
quello dei Rolex, Alfano (Vittorio Sgarbi definisce in TV il duo Alfano-Verdini
"Due ladroni, due scorregge fritte") e altre fantasime–- Silvio
Berlusconi e gli dà i "trenta denari" nominandolo nientemeno che
Sottosegretario all'Istruzione, alla Università e alla Ricerca e, insieme al
Ministro Maria Chiara Carrozza nel Governo Letta e sotto i Ministri Stefania
Giannini e, ultima, "La più migliore" la Fedeli, è stato protagonista
– ed ha ancora il coraggio di professarsi cattolico – della Legislatura, la più
disastrosa del Dopoguerra , che ha praticamente – imponendo anche un
cambiamento antropologico – distrutto quello che ancora rimaneva della Civiltà
Cristiana.
C'è chi per questo, in attesa di un Giudizio
Supremo a cui nessuno, nemmeno i furbetti sfuggiranno, non dormirebbe la notte
o si ritirerebbe nella Trappa... cose troppo difficili perfino da pensare per
il nostro "Gabri" che, poverino, fa sonni tranquilli e semmai alla
Trappa va a mangiar la minestra dei frati e a mendicar voti, il quale ,
prevedendo di non aver più il tempo di lavorare si era già premunito entrando
come dirigente in una RSA (Residenze Sanitarie Anziani) guadagnando (nulla di
illegale sia ben chiaro!) così anche sui poveri vecchi costretti ad andare in
Casa di Riposo; il Presidente della cooperativa RSA è Massimo Mattei, allora
"Pupillo" di Renzi , Assessore del PD caduto in disgrazia per un giro
di escort e dimessosi da ogni carica (dimostrando, almeno lui, una sua
coerenza!), inoltre Gabriele "Leccafondi" ha molti agganci in Curia a
cominciare da Enrico Viviano, l'ex portavoce del Card. Antonelli, che si fece
assumere all'Opera del Duomo per due anni (2013-2015) prendendosi una
liquidazione (ripeto due anni di (non)lavoro!) di 330.000 Euro
(seicentosessantamilioni di vecchie lire), dopo naturalmente aver preso l'altra
liquidazione dalla Curia e suscitando l'ira dei fiorentini che avevano versato
170.000 per i restauri del Battistero... soldi andati in tasca al Viviano, il
confidente, l'amico, il suggeritore di Maniago, implicato nello scandalo di
pedofilia della Regina della Pace e oggi, "ripescato" da Bergoglio e
messo in una Commissione di (distruzione) liturgica per ostacolare l'opera del
Cardina Sarah.
Le nostre fonti ci dicono che Gabri, prima
della composizione delle liste sia andato ad elemosinare, piagnucolando, un
posto in Forza Italia, ma sembra anche che l'avvocato Ghedini per poco non lo
mettesse in orbita con un calcio nelle parti molli, per cui, parafrasando il
Bollettino della Vittoria di Armando Diaz, potremmo scrivere a proposito del
Nostro: "I resti di quello che fu uno dei più potenti e arroganti
voltagabbana d'Italia risalgono in disordine le valli che avevano disceso con
orgogliosa sicurezza".
Ma "Leccafondi" non si perde d'animo
e, fedele al motto Francia o Spagna purché se magna corre da Renzi e,
rinfacciandogli i suoi servigi e le pugnalate date alle spalle di Berlusconi,
ottiene un seggio blindato nel Collegio 1 di Firenze per "aiutare" il
PD e le proprie finanze... e siccome contro il PD di Renzi i Liberi ed Uguali
di Grasso schierano nello stesso collegio di Firenze 1 la figlia di Michele
Gesualdi, Sandra (Onore al merito): va dato atto che i Gesualdi, idee non
condivisibili a parte, almeno sono persone coerenti e serie e hanno seguito
sempre il donmilameuccismocomunismo!) a Toccafondi hanno fatto un corso
accelerato su don Milani (lui pensava fosse il priore di Roccacannuccia) e
allora, il Leccafondi, si è entusiasmato di questa sua nuova conoscenza e,
sembra, abbia voluto leggere anche la "Lettera a una Professoressa"
dove il prete "rosso" minacciava i professori che rimpiangevano la
vecchia scuola media di mandarli in Siberia quando i comunisti fossero venuti
al potere.
Fa perfino un video il Toccafondi Gabriele dove
spiega che lui don Milani ce l'ha nel cuore (in confronto i Gesualdi manco
l'hanno conosciuto!) e che è andato a Barbiana, prima di iniziare la campagna
elettorale (ha saputo "Gabrielino bello" che a Barbiana c'era stato
anche Bergoglio, con tutti preti di Firenze... ma non avevano invitato però le
vittime del "Forteto", la cooperativa rossa pedofila degli ex seguaci
del donmilameuccismo) era stato – udite, udite – a pregare sulla tomba del
prete fiorentino:
"perché nel Paese in questi cinque anni
abbiamo fatto un percorso nel ricordo di don Milani. Avevo appena iniziato a
fare il Sottosegretario nel 2013, quando Papa Francesco incontrò tutto il suo
mondo".
E qui a me viene il vomito perché il Leccafondi
si copre dietro don Milani e papa Francesco per giustificare tutte le infamie e
i crimini commessi da questo governo che ha smantellato – Gabriele Toccafondi,
in testa – ogni "principio non negoziabile" : ammettendo il divorzio
breve, i matrimoni pederastici (quando, dopo "Piccolo Alpino" e
"Lettera a una professoressa" il Toccafondi leggerà un altro libro –
mi dice il prof. Vincicio Catturelli – dovrebbe cercare il brano della Bibbia in cui
si narra la distruzione col fuoco delle città di Sodoma e Gomorra), l'eutanasia
nascosta, il gender nelle scuole per cui si corrompe l'infanzia togliendo ai
bambini anche l'unica cosa di cui eran certi: il Genere, infatti Dio ci ha
creato maschi e femmine...
Ma di questo il Toccafondi se ne strafrega
anzi, con la più grande faccia tosta, va balbettando ai suoi amici (anzi suoi
ex amici) che lui, ha fatto di tutto, per "mitigare" le leggi... altrimenti
avrebbero fatto ancor Peggio. (Torno a vomitare)
Ora Gabrielino passa dalla Curia alla Casa del
popolo dove, dice lui, lo accolgono benissimo perché, ohibò, ora, di fronte ai
compagni, fa sentire anche la sua voce e all' "I CARE" milaniano ha
sostituito il "ME NE FREGO" fascista e incalza l'Iscariota:
"Me ne frego di chi urla più forte nel
centro Destra".
Dopo corre a Sesto Fiorentino dove la Curia,
seguendo il nuovo corso sovietico-bergogliano, ha svenduto, per "trenta
denari" un terreno destinato al Culto Cattolico e lo ha fatto acquistare
ai Musulmani per costruirci la Moschea, siglando il patto con il Gran Sinedrio
al Completo: l'Imam fiorentino, il Rabbino, l'altro Imam Giuseppe Betori e il
Rettore rosso dell'Università... a Sesto c'è rivolta: la popolazione è rimasta
allibita e minaccia di vendicarsi con la Curia non versando l'otto per mille
alla CEI cattocomunista e filomusulmana. Fratelli d'Italia ha affisso un grande
cartello (6 metri per tre) in cui campeggia la scritta: "NON ALLA MOSCHEA
PRIMA GLI ITALIANI" uno slogan condiviso, lì, a Sesto, non solo dai
"destri" ma anche da molti "compagni" che sono stufi di
questo calabrachismo di fronte all'invasione islamica.
Ma il Toccafondi Gabriele, a comando del Signor
Padrone, abbaia : "A Sesto Fiorentino sembra partita la campagna
elettorale. Che c'entra la preghiera con ‘prima gl'italiani’?"
E stavolta il "sagrestanino" ha preso
proprio posizione... lontano il suo intervento per far chiudere la finestra!
Ma mal gliene incorse e, infatti, gli risponde
Giovanni Donzelli, candidato alle elezioni nel proporzionale per FdI e
combattivo Capo Gruppo in regione di FdI
"Non mi stupisce che l'ex capo del
Centrodestra a Firenze e ora neorenziano Gabriele Toccafondi sia diventato,
proprio nei giorni in cui si decidano i seggi (la polemica risale ad alcune
settimane fa, n.p.c) , a favore dell'islamizzazione dell'Italia e si offenda a
leggere la scritta "Prima gli italiani". Lui è libero di cambiare
idea (del resto) in perfetto stile PD lui si interessa dei problemi di tutti
meno che dei cittadini sestesi".
EXPLICIT
Rimandiamo all'Incipit: Leggano bene quello che
ha detto don Milani, il nuovo idolo del Toccafondi nella lettera a Giorgio
Pecorini. Lo stesso Signor Onorevole Sottosegretario si permise di dire, con la
sua solita ignorante sicumera e con il suo solito cattivo gusto, tempo fa:
"Saba grande poeta ma pedofilo!" dimostrando anche di non aver letto
Saba che è davvero – provi a leggerlo il novello "Pioniere" donmilaniano
– un grandissimo scrittore e poeta... forse "Gabri" un giorno
imparerà che c'è anche un amore "ideale" superiore come quello di
Dante per Beatrice. Rilegga ciascuno bene le parole di don Milani e poi
consideri il personaggio Toccafondi che ha detto quello che ha detto...
UNA LETTERA - COMMENTO DEL PROF. VINICIO
CATTURELLI DA MONTECATINI
Caro Pucci Cipriani,
ho letto il Suo "pezzo" benissimo!
l'ultimo acciacco mi impedisce, per il momento, di scrivere – ho novantotto
primavere suonate – ma non mi estraneo dal giornalismo che ho iniziato nei
lontani anni all'Università di Buenos Aires. Spero ci vediamo domenica da
Manlio, qui a Montecatini, e comunque il mio archivio è sempre a sua
disposizione.
Dopo le manifestazioni piazzaioli della
sinistra che, ora, fa il gioco delle parti, i moderati e gli estremisti... rivedo
l'immagine della manifestazione di Macerata e una ragazza che issa un grande
cartello: "La mia fica dice NO AL FASCISMO" ... in nome della parità
dei sessi, delle pari opportunità e della par condicio il giovanotto capelluto
che le sta vicino dovrebbe issarne un altro con la scritta "Il mio culo
dice SI' AL COMUNISMO"... Il dare e l'avere, insomma, la doppia partita
come si diceva un tempo...
L'aspetto allora domenica. E guardi un po' un
vecchio in che discorsi è costretto a entrare.
Articolo di Pucci Cipriani
venerdì 9 febbraio 2018
giovedì 8 febbraio 2018
XXXI INCONTRO DELLA TRADIZIONE DELLA “FEDELISSIMA” CIVITELLA DEL TRONTO (10/03/2018)
LE RELAZIONI DI SABATO 10 MARZO 2018
Ore 10 - Pucci Cipriani - Direttore di «Controrivoluzione» - Prolusione al Convegno Saluto di Don Mauro Tranquillo - FSSPX Saluto dell’Onorevole Fabrizio Di Stefano
Massimo de Leonardis - Storico - Ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano - “1918 - 2018: il Secolo delle Rivoluzioni”
Marco Solfanelli - Editore - Presentazione del nuovo numero di «Controrivoluzione» e delle novità editoriali della Casa Editrice «Solfanelli»
Massimo Viglione - Docente Universitario - Storico - Invasione islamica: «La Conquista della Mela d’Oro: Islam ottomano e Cristianità tra guerra di religione, politica e interessi commerciali» (1299-1739)
Andrea Sandri - Docente Università Cattolica di Milano - “Le Insorgenze cattoliche dimenticate: Cornovaglia, Smaland, e Maryland”
Rodolfo de Mattei - Scrittore, giornalista. Direttore di www.osservatoriogender.it - “La Rivoluzione di Internet”
Ascanio Ruschi - Avvocato - Presentazione della VIII Marcia per la Vita (Roma 19 maggio 2018) contro il crimine dell’aborto
Cristina Siccardi - Scrittrice - 1978 Tre Papi in un anno: dal dubbio, all’incoscienza passando per il sacrificio
Lorenzo Gasperini - Redattore di “Controrivoluzione” - “Augusto Del Noce e il Sessantotto: dal Surrealismo al Marxismo”
Roberto de Mattei - Docente Universitario - Presidente della Fondazione Lepanto - “1978 -2018 Dall’aborto all’Eutanasia”
Patrizia Fermani - Docente emerita nell’Università di Padova - “I DAT e la licenza umanitaria di uccidere”
Carlo Manetti - Docente Università private - “Il Sessantotto come conseguenza e non causa della crisi della chiesa. Il caso don Milani”
Alessandro Elia - Pubblicista - “Il Sessantotto: mistica della Rivoluzione”
L’ordine delle conferenze che si terranno nella giornata di Sabato all’Hotel “Fortezza” potrebbe essere cambiato.
Annunciamo con estremo piacere che sarà presente ai tre giorni dell’incontro il Maestro Giovanni Gasparro che esporrà tre sue opere all’Hotel “Fortezza” - all’opera del Maestro Gasparro “San Pio V e San Carlo Borromeo difendono il Cattolicesimo dall’Islam e dall’eresia protestante” abbiamo dedicato una delle due cartoline commemorative del XXXI Incontro della “Fedelissima” Civitella del Tronto.
mercoledì 7 febbraio 2018
XXXI INCONTRO DELLA TRADIZIONE DELLA “FEDELISSIMA” CIVITELLA DEL TRONTO 2018
1918 - 2018 I TEMPI DRAMMATICI DELLA STORIA
Il 2018 segna il centenario di un avvenimento epocale: la fine della Grande Guerra che segnò la scomparsa di gran parte di quanto resta- va dell’Europa tradizionale. A livello diverso ricordiamo anche il cinquantesimo anniversario dell’emanazione dell’Humanae Vitae, il quarantesimo anniversario dell’approvazione del crimine dell’aborto che ha prodotto sei milioni di vittime, senza dimenticare il cinquantenario del fenomeno grottesco ma gravido di conseguenze della contestazione sessantottina; inoltre ricorre quest’anno il quarantennale dell’elevazione al Soglio Pontificio di Giovanni Paolo II, premessa di uno dei fattori del crollo dei regimi comunisti. Tutta la storia deve comunque essere letta alla luce della Rivelazione divina.
I Convegni di Civitella hanno come costante tale lettura e la consonanza con coloro che della Tradizione sono stati e sono alfieri fedeli a cominciare in campo ecclesiale dalla Fraternità San Pio X. Nel corso degli anni molti amici si sono uniti a noi, altri hanno compiuto brevi passaggi per approdare ad altri lidi. Ringraziamo la Divina Provvidenza per i primi e stendiamo un velo pietoso sui secondi.
PROGRAMMA
Venerdì 9 marzo (Hotel Fortezza)
Ore 18,30 - S.Messa in rito romano antico “ad memoriam” di Ornella Di Donato in Di Stefano
Ore 21, 30 - “Via Crucis” con fiaccole per le vie di Civitella del Tronto
Ore 22, 30 - Benedizione nella piazza di Civitella.
Sabato 10 marzo (Hotel Fortezza)
Ore 9 - S.Messa in rito romano antico “ad memoriam” di Giorgio Cucentrentoli di Monteloro
Ore 10 - inizio dei lavori con il canto del “Salve Regina”
Ore 13 - fine dei lavori Ore 13,30 pranzo
Ore 15,30 inizio dei lavori
Ore 20 termine dei lavori con il canto del “Credo”
Domenica 11 marzo (Hotel Fortezza - Rocca della “Fedelissima”)
Ore 10 - S. Messa solenne in rito romano antico “ad memoriam” dei Martiri della Tradizione
Ore 11- Partenza della processione verso la Rocca con recita del S. Rosario. Nella Piazzaforte della “Fe- delissima” Civitella del Tronto Alzabandiera con il canto del “Christus vincit” - Ricordo dei Caduti della Tradizione (Massimo de Leonardis) Saluto all voce (Pucci Cipriani) - Presso la chiesa di S. Jacopo alla Rocca Benedizione del Sacello contenente le spoglie dei caduti nella difesa di Civitella.
Ore 12 - Visita alla Rocca e al Museo di Civitella del Tronto.
Ore 13 - Riunione conviviale presso Hotel “Fortezza” e Arrivederci al 2019!
martedì 6 febbraio 2018
XXXI INCONTRO DELLA TRADIZIONE DELLA “FEDELISSIMA” CIVITELLA DEL TRONTO 2018 - Accoglienza
ACCOGLIENZA (hotel convenzionati)
N.B. Per maggiore chiarezza e al fine di evitare incomprensioni abbiamo deciso di differenziare i prezzi in base al servizio scelto, pertanto a seguito vedrete riportati i prezzi per quanto riguarda il pernottamento e i singoli pasti.
Hotel Fortezza
Tel. 0861/91321 – fax 0861/918221
PREZZI CAMERE:
Camera Singola € 40,00 a notte (prima colazione inclusa).
Camera Matrimoniale € 50,00 a notte (prima colazione inclusa).
Camera Tripla € 60,00 a notte (prima colazione inclusa).
Camera Quadrupla € 70,00 a notte (prima colazione inclusa).
Hotel Zunica
Tel. 0861/91319 – fax 0861/918150
Solo pernottamento
Singola € 55,00 a notte
Doppia € 85,00 a notte
Hotel Ermocolle
Tel. 0861/91120 – fax stesso numero Solo pernottamento
Singola € 45,00 a notte
Doppia € 60,00 a notte
Tripla € 75,00 a notte
I pranzi verranno consumati all’Hotel Fortezza e una settimana prima verrà inviato anche il menù.
Cena di Venerdì 9 Marzo € 20,00
Pranzo di Sabato 10 Marzo € 22,00
Cena di Sabato 10 Marzo € 18,00
Pranzo di Domenica 11 Marzo € 15,00
Note importanti:
I giovani che non abbiano superato il 27° anno di età e gli studenti universitari, potranno usufruire di un trattamento di favore: per i tre giorni - pernottamento e consumazione pasti all’Hotel Fortezza, tutto compreso (cena e pernottamento del venerdì - prima colazione, pranzo, cena e pernottamento del sabato - prima colazione e pranzo della domenica) a soli Euro 75,00€ In tal caso la prenotazione non va fatta all’albergo ma direttamente al Direttore di “Controrivoluzione” 3339348056 - pucciovannetti@gmail.com o all’Avv. Ascanio Ruschi avv.ruschi@libero.it .
Tutti coloro che non rientrino nella categoria dovranno prenotarsi direttamente agli alberghi, tenendo presente che i lavori del Convegno si svolgeranno all’Hotel Fortezza. I libri possono essere messi in vendita soltanto dall’Editore Marco Solfanelli, dalla “Fondazione Lepanto” e dalla Fraternità San Pio X.
lunedì 5 febbraio 2018
sabato 3 febbraio 2018
E' DECEDUTO GIORGIO CUCENTRENTOLI DI MONTELORO
Non era la Grande Toscana dei Savonarola, dei "cattilici belva" come Giuliotti, Papini, Tozzi e Casini, e neppure quella "intellettuale" demestriana che aveva il suo punto di riferimento in Palazzo Capponi, con intellettuali come Attilio Mordini, Guido Adami-Lami, Adolfo Oxilia, padre Fortuna o quella "Teologica" dei padri Giantulli della S:J, del domenicano padre Centi o del francescano padre Raniero Sciamannini.
No, era la Piccola Toscana popolare di Borgo San Frediano, che si ricordava ancora, nei racconti che si tramandavano da padre in figlio, quando il Granduca, da una montagnola del Giardino granducale di Boboli guardava fumare i comignoli della città e, quando vedeva che da qualcuno non usciva il fumo, capiva che c'era una situazione di miseria o di malattia e mandava subito lì una carrozza per provvedere alla bisogna. Era la Toscana delle "Scale di Mezzaquaresima" attaccate alle spalle della gente, come un tempo il pesce d'aprile, la Toscana dei bei Cortei Granducali, delle processioni, delle fiorite, delle friggitorie con la polenta e i "coccoli", dei trippai e delle "piazzate", una Toscanina fatta di rimpianti e di sospiri per il buon tempo andato che, per interprete, ebbe un povero "poeta di strada", Mario Palazzi (anche lui "riscoperto" da Cucentrentoli) un "partigiano dei Lorena", uomo buono e gentile, che, nel 1859, scrisse una serie di liriche - oggi tornate d'attualità vista l'italica gentaglia che ci governa - che rimpiangevano i bei tempi che, insieme al Granduca, se n'erano andati:
Ai tempi dell'ottimo Granduca
si passeggiava con la Mazzettina
Or che l'Italia libera si è fatta
Ci vuol Spada, Pistola e Carabina.
Ma almen ci fosse un po' di sicurezza
Garantigie, pe' buoni cittadini
Un cazzo! molestati sempre siamo
come in un folto bosco d'Assassini.
Povera Firenze, tu l'hai avuta
Una scossa diciamo di Tremoto
Eri bella, ridente e popolata
Ora sei brutta, trista e disperata.
Era la Firenze del venditore ambulante Lachera che se ne andava in giro, con il suo cesto di panini allo zibibbo e di bomboloni e che, una bella mattina, dopo la "partenza" del Granduca, vide la sua bella Firenze tutta impavesata di tricolori, la bandiera dei "nuovi padroni", i despoti risorgimentali, e allora, invece dei panini e dei bomboloni, riempì la sua cesta di "cenci", i caratteristici dolci fiorentini fatti a rombo e fritti in padella, e poi percorrendo le strade del centro e guardando le facciate "tricolorate" urlava: "Donne c'è cenci! E ceeenci!"
E chi sa se ieri le campane della chiesa del Cestello avranno suonato quei mesti rintocchi "a morto", - or che anche le campane si son fatte "strumento della reazione" da quando, con il Concilio, insieme alla fede e alla morale, i preti hanno perso anche la "pietas" per i morti - per dare l'estremo saluto a Giorgio Cucentrentoli Conte di Monteloro, più volte cavaliere di diversi Ordini Dinastici, "pioniere" del motociclismo, scrittore acuto e versatile, e anche Rappresentante, per un ventennio, in Toscana, del Granduca Goffredo d'Asburgo-Lorena. Il Cucentrentoli, come narra nelle sue memorie: "Spigolature di Toscana" (Tipolito l'Artigiano, Firenze MDMLXXVI), un aureo libello, scritto con penna agile in un colorito e popolaresco toscano, nacque a Firenze novant'anni fa (nel 1928) nel fiorentinissimo quartiere di San Frediano in Firenze e lì ha vissuto, fino all'altro ieri, testimoniando la sua "fede" monarchica, cattolica e granducale... sempre con il pensiero e l'azione rivolti al "vivre doucement" nella pacifica Terra di "Canapone", il buon Granduca, "I' Babbo", che ogni anno veniva rievocato, per il suo genetliaco, con una "Bicchierata" tra amici, nella bottega di via Maggio del Parrini, acconciatore d'organi e artigiano "tuttofare" che, in quel suo sgabuzzolo, aveva ancora, con sotto il lumino a olio acceso, il busto marmoreo di Leopoldo II di Toscana, che, a sera, si recava da Palazzo Pitti in via Maggio a lavorare il legno con un grande grembiule di cuoio e le bretelle che venivano conservate ancora, come cimeli o reliquie, negli anni Settanta, quando fu chiusa la storica bottega "parrinea". Giorgio Cucentrentoli pubblicò anche due monumentali volumi pieni di interessantissime notizie e aneddoti proprio sugli ultimi Granduchi di Toscana e una ricca biografia di Eugenio Alberi che, poi, romanzò nel suo "Il Novalestro d'Ugnano". E intorno a lui, al Conte Giorgio Cucentrentoli di Monteloro, ruotava un mondo ancora attaccato alle vecchie tradizioni, alle "cose antiche" come diceva la gente, pieno di personaggi che sembravano usciti, or ora, dalla penna di Balzac se non addirittura da quella di Zola, a cominciare dall'orologiaio, fiorentinissimo, morto a cent'anni, con il negozio a tre passi dal Ponte Vecchio, come lo stesso Parrini, oppure il tabaccaio di Borgo San Frediano che, in quel rione comunista, atterrava, con un sonoro "cazzotto", coloro che avevano da ridire sullo Stemma Granducale che, orgogliosamente, teneva esposto in bottega, come il Segretario di "Giorgio di Monteloro", anche lui sanfredianino che, in età avanzata, dopo aver dato la sua vita al Granduca, si dedicò alla Sezione degli Alpini, come il famoso avvocato, il più grande collezionista di cimeli granducali, come tutta quella lunga teoria di persone, insignite della Croce Granducale della "Fedeltà - Lealtà - Onore e Merito" che, ogni anno, veniva assegnata ai "fedeli sudditi", dopo la S. Messa celebrata da don Boretti, nella chiesa di San Giuseppe, di fianco alla Basilica di Santa Croce, prima del pranzo "granducale" presso l'hotel "Cavour" e, dove, immancabilmente Giorgio Cucentrentoli, si prendeva un'arrabbiatura perché non riusciva mai a portare a termine il progetto dell'erezione di una semplice croce in marmo in quel della "Badiola", nel grossetano, come lo stesso Granduca aveva lasciato scritto nel testamento a suo figlio "Se avrai modo di passare ancora per le terre di mia amata Toscana, soffermati alla "Badiola" e poni una pietra ed una croce sola e siavi scritto: "Pregate per Leopoldo Granduca di Toscana".
Altri eressero, secondo i "desiderata" dell'ultimo Granduca di Toscana Leopoldo, la Croce alla Badiola; ma anche Giorgio Cucentrentoli volle lo stesso "piantare" quella sua Croce che tante arrabbiature e sudori gli era costata, e lo fece a Badia a Prataglia (Arezzo) nel 1990, nella chiesa parrocchiale dopo una Messa in suffragio di Leopoldo II e di Carlo Siemoni. E dopo la Messa il Conte Giorgio Cucentrentoli di Moteloro tenne il suo ultimo discorso:
"L'Antica Toscaia trasmette ancora degli echi, suscita dei rimpiati e delle nostalgie, a torto o a ragione, dei raffronti per il buon governo, l'esemplare amministrazione dello stato e quelle felici aure che si respiravano quando la vita dei singoli e delle moltitudini era più semplice e si gioiva per un buon bicchiere di vino o per una stratta di mano che quella volta valeva più di mille carte bollate... Era un mondo diverso, un mondo di fiaba e a dimensione di uomo..."
Da allora, come detto, Giorgio Cucentrentoli di Monteloro, si ritirò a vita privata, in una sua casa di campagna sulle colline di Pelago, insieme ai suoi libri, ai suoi cimeli e ai suoi numerosissimi gatti, non prima di averci fatto assaporare e rivivere - io ebbi il privilegio di partecipare a quella commuovente cerimonia in quella bella mattinata piena di sole del 26 marzo 1990, in mezzo a una folla entusiasta, ai bambini delle scuole che sventolavano, con le loro mani, la bandierina della nostra Toscana, alla presenza di un Principe Lorenese, del Conte Neri Capponi, Rappresentante del nuovo Granduca e di tante autorità civili, militari e religiose - ancora una volta i "bei tempi andati", come descrisse, nel suo appassionato "Diario" il Granduca "Canapone" dopo una sua visita a Pratovecchio tra i suoi amati sudditi:
"28 ottobre 1849. Pratovecchio bella festa amorosa. L'antica Toscana si riconosceva. Pratovecchio in festa. Illuminazione, bandiere, gente... giovani, arco e Funzione. "Viva Leopoldo II, la Real Famiglia" - La famiglia Siemoni veniente, le bambine con il mazzo di fiori, le donne al governare la casa. Gioia semplice e vera. Era mia Toscana, ci si riconosceva a vicenda. (Presenti) tutti i Gonfalonieri, i notabili. Il Casentin tutto rappresentato. Io appena venuto per star con loro. Toscana mia avevo ammaliata... Influenza di Siemoni, l'uomo. Tutti furon in armi. Casentino, sincero e compatto: la foresta loro a Toscana fortuna. Noi si era lavorato nell'Appennino e nella Maremma, non tutti hanno denti per morder nel duro."
(Cfr: "Il Governo di Famiglia in Toscana - Le memorie del granduca Leopoldo II di Lorena (1824-1859), a cura di Franz Posendorfer, Ed. Sansoni 1987)
Io non rivedevo il Conte di Monteloro dal 2000 quando, anche lui, venne a Borgo San Lorenzo, per rendere omaggio al Granduca Sigismondo d'Asburgo Lorena, che, dopo il mio invito, volle onorare la mia cittadina, Borgo San Lorenzo, con la sua presenza alla Premiazione della V Edizione del Premio Letterario "Tito Casini". E quante volte mi ero ripromesso di andarlo a trovare in via Sant'Agostino, in quell'ancor vivo e palpitante Quartiere di San Frediano che rivedo e rivivo tuttavia, nelle pagine del "mio" Vasco Pratolini... stasera reciterò per la tua anima, caro Giorgio, il S. Rosario certo che in Cielo, nella nostra Patria Celeste, avrai trovato la pace della cara "Toscana Felix"...
Pucci Cipriani