Ricordo il libro: "Fiori per io" del 1980 di una
giornalista di Destra che a me, allora, piaceva moltissimo, si chiamava Gianna
Preda e scriveva sul settimanale "Il Borghese" un settimanale che
acquistavo ogni sabato. Racconta la Preda di quando era bambina e, insieme ai
compagni, giocava in un giardino della sua Bologna: veniva disegnato in terra,
con un gessetto, la sagoma grande di un uomo, quindi venivano sorteggiati, a
turno, i partecipanti e, ciascun bambino, doveva scegliere una parte anatomica
del disegno da "offrire al Duce". E iniziavano così: "Io al Duce
gli do' il cuore" e il secondo: "Io al Duce gli do' la testa" (e
con una X cancellavano quella parte anatomica) e così via... Ormai - narra la
Preda - tutti i pezzi erano esauriti e rimanevano soltanto le parti "dove
non batte il sole" e all'ultimo bambino, un morettino, che l'autrice crede
di identificare in Renato Zangheri, il futuro Sindaco di Bologna, non resta che
esclamare "Io al Duce ci do' il culo"... E questo suscita la reazione
di un anziano pensionato, seduto su una panchina, che interviene: "Ci
mancherebbe altro che glielo dessi anche tu... già gliel'hanno dato in
tanti!"
Mi è tornato alla mente quest'episodio quando ho visto, di
fronte a una vetrina, una mamma che aveva per mano la sua bambina che accennava
la vetrina dove erano esposti tanti lecca-lecca giganti raffiguranti Papa
Francesco con un cartello "Lecca-lecca Papa Francesco" con preghiera
allegata Euro 4.
In quel preciso momento avrei voluto dire alla bambina -
parafrasando il Morettino, amico della Gianna Preda - "Non fartelo
comprare... ci sono già abbastanza che lo leccano".
Ecco, con questo esempio, io vorrei spiegare la Papolatria.
Da quando è salito al Soglio Pontificio il Papa "venuto dalla fine del
mondo" c'è stata una metamorfosi della grande stampa italiana (e delle TV)
e anche in parte della così detta "politica". Da una posizione di
attacco frontale al "Papato", e in particolare alla persona di
Benedetto XVI, all'esaltazione di Bergoglio... fin dal primo momento.
Finalmente - dicono - un Papa che non va contro il mondo ma è il "Papa del
mondo" quello che, in poco tempo, ha dato un calcio alla "forma"
e ha riportato anche nei riti, nell'abbigliamento, nello stile (diceva Buffon:
"Lo stile è l'uomo") al Sessantotto. Un Papa che finalmente, dicono i
giornalisti in servizio permanente effettivo del Mondialismo Massonico, ha
lasciato il trionfalismo e ha rifiutato mozzetta e stola, un Papa che telefona
a destra e a sinistra fino a diventare molesto, un personaggio che non vuol
esser chiamato Papa o Pontefice ma semplicemente "Vescovo di Roma" e
che disdegna i Palazzi pontifici, per vivere alla Locanda Santa Marta, per
"controllare meglio i suoi nemici", un "Vescovo di Roma"
che, con ostentazione si rifiuta di inginocchiarsi davanti al Tabernacolo con
il SS. Sacramento, ma che si inginocchia davanti agli uomini, un Papa che non
benedice facendo il gesto della croce ma facendo mille altri gesti e che, con
la stessa ostentazione con cui non si inginocchia di fronte alla Presenza reale
del Cristo, si rifiuta di salutare con "Il sia lodato Gesù Cristo" o
con il francescano "Pace e bene" preferendo il "buon
pranzo", un Papa che, pur avendo a disposizione schiere di guardie del
corpo e valletti, nei viaggi si fa riprendere con una borsona alla Mary
Poppyns, con gli scarponi alla zampognara e i pantaloni che escono dalla veste
bianca trasparente, da cui si intravedono pantaloni o braghe.
Ma attenzione se è vero che, in un primo momento Bergoglio
era chiamato "Totò", subito dopo il nomignolo è stato tramutato in
"Dionigi", alludendo al tiranno Siracusano.
Bergoglio trova subito il suo dotto Eginardo (colui che
cantò le gesta: "Gloriosissimi imperatoris Karolis Magni") nella
figura di Eugenio Scalfari che diventerà il suo biografo, il giornalista di
riferimento, il suo confidente, il suo amico, per cui quando qualcuno vuol
sapere notizie sulla situazione della Chiesa si rivolge direttamente al
fondatore di "Repubblica", ateo e anticlericale, al quale detterà, in
contrapposizione all'insegnamento dei Sommi Pontefici, ribadito fermamente da
Benedetto XVI il suo "Manifesto del Relativismo": "Ciascuno di
noi ha una sua visione del bene e del male. Noi dobbiamo invitarlo a procedere
verso quello che lui pensa sia il bene".
Insomma inizia il "Magistero bergogliano" che vede
nell'episodio dell'adultera un "Gesù che fa un po' lo scemo" e che ha
mancato contro la morale. E alle domande dei giornalisti, in aereo, dopo i
viaggi, risponde a braccio... e quando gli chiedono l'atteggiamento della
Chiesa verso gli omosessuali, riferendosi al suo nuovo collaboratore Mons.
Ricca messo ai vertici dello IOR risponde: "Chi sono io per giudicare un gay?"
guadagnandosi, nel 2013, la nomina a "uomo dell'anno" dalla rivista
storica del Movimento omosessuale americano "The Advocate" che lo
ritrae in copertina con la scritta virgolettata "Chi sono io per giudicare
un gay?"
Sdoganata l'omosessualità con gioia di tutte le gazzette
eccotelo con quella sublime enciclica con le nuove norme dettate ai cristiani
per meritare il paradiso: la salvezza degli aracnidi e dei serpentelli, la
raccolta differenziata della spazzatura, il risparmio energetico, insomma bando
all'"Angelo di Dio" e al "Pater Noster", l'importante è un
pensierino sul surriscaldamento del pianeta (nel Nord America, guarda caso, il
termometro è sceso a -40) ...
E poi - a proposito di spazzatura - ecco l'assemblea fatta
in Vaticano, promossa dal Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, dei
Movimenti Popolari mondiali, che tradotto in italiano significa l'incontro con
i delinquenti "rossi" mondiali rivoluzionari. Tanto che gli
"educandi" del centro sociale "Leoncavallo" - dove si
consuma e si spaccia droga - sono entusiasti di Francesco che ha detto loro:
"Andate e portate a termine la vostra opera", ovvero, riprendete in
mano le chiavi inglesi e andate ad aprire, come cocomeri di Rassina, le teste
dei "Benpensanti" definiti - tout court - "Fascisti"...
insomma - chiosa Rep.it del 24 agosto 2014 - "Il Leoncavallo si dice
vicino all'attitudine del nuovo pontefice, che ha riportato il cristianesimo al
suo messaggio originario" (Ipse dixit).
Ma se un Pontefice non mostra qualche esempio da seguire che
Pontefice è? E allora Bergoglio esegue diligentemente il suo compito. Non ci
presenta San Pietro o San Paolo, San Giovanni Bosco o Santa Caterina da Siena,
Santa Maria Goretti o San Doemnico Savio... gente anacronistica e fuori dal
mondo. No gli esempi e (testuale) "le persone da seguire" sono i
radicali Marco Giacinto Pannella ed Emma Bonino.
A tessere le lodi di Marco Pannella, il padre del divorzio,
dell'aborto, della droga libera e dell'eutanasia, inizia un personaggio che,
nella sua comicità, ha del tragico, e risponde al nome di Federico Lombardi,
l'allora Portavoce vaticano, che dichiara: "Lo ricordo con stima e
simpatia, pensando che ci lascia un'eredità umana e spirituale importante (...)
di impegno civile e politico religioso, per gli gli altri e in particolare i
deboli e i bisognosi di solidarietà".
Poi Monsignor Paglia, di fronte al quale perfino Lombardi
diventa un gigante del pensiero, durante una bisboccia nella Comunità
Cattocomunista di S. Egidio si rivolge all'agonizzante figuro radicale con
queste parole: "Ti do' un abbraccio di cuore e ricordati che abbiamo tutti
bisogno di te"... Inutile poi sottolineare come il chiacchieratissimo
Mons. Paglia - uno dei pezzi da novanta della "squadra" bergogliana
insieme a Mons. Bruno Forte, mons. Semeraro e mons. Becciu - sia stato
incaricato dal Papa di "distruggere" l'Istituto Giovanni Paolo II per
gli Studi sulla Famiglia mettendo alla porta Mons. Melina espressione
"reazionaria" della Curia Woytilo-Ratzingeriana.
Ma Francesco è andato oltre nella "beatificazione"
della mammana Emma Bonino - la quale, tra l'altro, pubblicamente si è vantata
di aver eseguito, con una pompa da bicicletta oltre diecimila aborti: "il
prodotto abortivo (i corpicini dei bambini tritati, n.p.c.). dichiarò a suo tempo
la mammana, veniva poi messo in un vasetto di marmellata... "ed era questo
un motivo per farsi quattro risate ed abbassare così la tensione" -
invitandola in Vaticano, nella Sala Nervi, in mezzo a seimila bambini, a
pontificare e, affermando, poi, "mi dicono che è gente che la pensa in
modo diverso da noi. Vero. Ma bisogna guardare alle persone, a quello che
fanno". (Forse a Bergoglio era sfuggito il particolare dei diecimila
aborti fatti dall'"Orchessa").
Poi, dopo un viaggio a Cuba, quattro salamelecchi al satrapo
comunista Fidel Castro, un "calcio nel sedere" ai dissidenti
cattolici castristi - i quali portavano, e portano tuttavia, sui loro corpi e
nei loro cuori, i segni delle torture dell'inumano regime rosso dell'Isola
Caraibica - che Bergoglio non volle neanche incontrare; le polemiche in diretta
tra il Papa e il candidato repubblicano alle elezioni americane Donald Trump
(qualcuno azzarda l'ipotesi che la campagna elettorale dell'ultraabortista e
guerrafondaia Hilary Clinton, detta "La Cagna", sia stata sovvenzionata
anche dal Vaticano), la sua politica filoislamica per cui, affermò
"L'Europa deve molto all'Islam"... come se a Lepanto e a Vienna non
fosse stata fermata, dalla Cristianità, l'invasione della barbarie della
Mezzaluna. E ancora il silenzio di Bergoglio sulle persecuzioni islamiche
(silenzio assoluto anche sul genocidio dei cattolici nigeriani), i suoi comizi
"boldriniani" - l'ultimo la notte del S. Natale di quest'anno - in
cui viene politicizzato in senso pauperistico il Messaggio evangelico... e ancora
la negazione che ci siano dei "principi non negoziabili", come invece
affermò SS Benedetto XVI, a schiena diritta, di fronte a Giorgio Napolitano,
che aveva varcato, con baldanza arrogante, le soglie vaticane, nella speranza
di poter fare "abbassare la guardia" sui principi etici... Infine la
difesa bergogliana di quella sorta di "Associazione a delinquere" che
le ONG, le cooperative rosse e la Caritas, hanno messo in piedi per lo
sfruttamento degli immigrati che - apprendiamo dalle intercettazione di
"Mafia Capitale" - rendono assai più della droga.
Ma la svolta vera e propria doveva avvenire con la
"Amoris Laetitia" il documento pontificio, imposto "manu
militari", da Bergoglio - nonostante le votazioni contrarie allo schema
presentato - con il quale si cambia la Dottrina e quindi la Fede cattolica
legittimando il divorzio con l'inganno levantino: "La dottrina non cambia:
cambia la pastorale"... mandando al diavolo il "principio di non
contraddizione!". Tuoni e fulmini sui cardinali che hanno presentato al
Papa i "dubia" ovvero la dimostrazione teologica - il Santo Padre,
con diploma di perito chimico, non sembra molto ferrato in teologia - delle
eresie contenute nel documento.
Il più grande filosofo cattolico vivente, Robert Spaeman,
amico personale di Benedetto XVI, ebbe, allora, ad esclamare: "Anche nella
Chiesa c'è un limite di sopportabilità".
Naturalmente i "media" - contrarissimi a Ratzinger
che giunsero a veri e propri "linciaggi morali" nei confronti del
regnante Pontefice - esultano per Bergoglio, ne tessono le lodi giornalmente e,
a lui, innalzano peana e gl'incensi laici... nelle trasmissioni televisive di
Fazio, Barbara d'Urso, Chiambretti e via contando è lui, Bergoglio, l'eroe che,
finalmente, ha "reso moderna la Chiesa", ha "vinto il bigottismo",
ha "aperto ai gay e ai divorziati" ha lasciato dietro le spalle le
"anacronistiche condanne" e - grazie alla sua parola magica, la
"Misericordia" (che non si sogna neanche di coniugare con la
giustizia) - sembra voler abolire - tout court - anche il peccato. E oltre a
Scalfari, la maggior parte della stampa lo incensa, il "Corriere della
Sera" lo adora, la "Stampa" lo venera, "Il Fatto
Quotidiano" addirittura vede nel papa argentino il proprio eroe
rivoluzionario e ne pubblica i libri, considerandolo l'ideologo più accreditato
della Sinistra. Alba Parietti, Benedetto Della Vedova, Lerner, Mentana, e il
circo equestre mediatico-politico sarebbero pronti a dare la vita, qualora ce
ne fossero due o tre, per un "papa che finalmente ha cambiato la Chiesa e
ha capito che deve marciare con i tempi".
I partiti di sinistra, di centro e perfino qualche
personaggio di certa "falsa destra" vedono in Bergoglio l'alfiere dei
"Diritti civili" ovvero di tutto cio' che - si sarebbe detto un tempo
- "tira" ovverosia piace ed è fatto lecito come: "Semiramis
lussuriosa che libito fe' lecito in sua legge" per cui l'Argentino,
proprio dopo che venivano rese note le condanne degli orchi "rossi"
del Forteto, ovvero i fondatori e i dirigenti - tutti ex alunni o seguaci ed estimatori
di don Milani - della Cooperativa comunista dove venivano resi schiavi,
torturati e violentati i bambini, "carne fresca" inviata agli orchi
dal Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze e grande amico di don
Milani, Giampaolo Meucci, non ha esitato ad andare a Barbiana e tentare una
sorta di Beatificazione di don Milani dove erano invitati tutti: i sacerdoti
della diocesi, gli ex alunni di don Milani... ma non il Comitato delle Vittime
del Forteto, per paura che qualcuno di loro rivelasse fatti incresciosi del
rapporto don Milani (milaniani) Forteto.
Al "lecchinaggio" laico va aggiunto il
lecchinaggio scontato dei "cattocomunisti" e quello di preti e
vescovi che, pur criticando in privato l'Argentino, hanno capito come, per
evitare grane e vivere felici e contenti, occorra adeguarsi ai tempi e hanno
scoperto, anch'essi, l'arte del lecca-lecca, la "Papolatria": così
abbiamo visto, ad esempio, adeguarsi il Patriarca di Venezia e abbiamo visto
anche l'arcivescovo di Firenze, il Cardinale Giuseppe Betori - e Dio sa quanto
ce ne dispiaccia -, scavalcare "a sinistra" (se così si puo' dire) lo
stesso Bergoglio e cedere ai musulmani (in combutta con l'imam Ezzedin, il
Sindaco pidiota Nardella, quello della rossa Sesto Fiorentino e l'ancor rosso
Rettore dell'Università fiorentina) il terreno fabbricativo (venduto a un
prezzo stracciato), che era stato donato dai fedeli cattolici per costruirvi
una chiesa, all'Imam Izzadin, per costruirvi una Moschea, dopo quella di
Firenze... sembra che lo stesso Izzadin, per paura di essere delegittimato dai
suoi correligionari seguaci di Allah e del Profeta, abbia pregato Betori di
moderarsi, nel suo abbraccio all'Islam, altrimenti "crederanno che Lei sià
più musulmano di noi"...
"La sensazione (è) - commenta Marcello Veneziani sul
suo Blog - che un Papa estroverso (Francesco) lasci scappare le sue pecore
dall'ovile senza portarne di nuove a casa: Per dirla con Flaiano è un Papa che
rischia di finire non in odore di Santità, ma in odore di pubblicità. Forse non
si addice a un Papa essere acclamato da "Time" e dai media
"personaggio dell'anno". Chi è missionario dell'eterno non può essere
ridotto, in un corso accelerato di secolarizzazione, a star mediatico
dell'anno".
Mi fa ridere Marcello Veneziani... ma gli pare che i
pretoriani di Bergoglio, i suoi "sinistri" consigliori - tra cui
spicca il gesuita padre Spadaro - pensino a queste bazzecole? Mica si chiamano
Marcello Veneziani che quando al "Giornale" ha visto che non era più
gradito dalla cricca sinistra di Berlusconi - dopo la svolta gay del satrapo
puttaniere arcoreo - se ne andò dignitosamente da quel quotidiano felice di
aver mantenuto le proprie idee e la propria libertà!
"Bergoglio è lì messo dalla "mafia di San
Gallo" scrive nel suo libro: "Il Papa Dittatore" Marcantonio
Colonna... e lì ci vuol rimanere e guai a chi lo tocca...
I Cardinali gli presentano i "dubia" e indicano le
eresie contenute nell'Amoris Laetitia? Manco gli risponde... Anzi inizia
l'epurazione a suon di randellate (per il momento soltanto virtuali)
epurandoli... il Cardinal Sarah critica il "carnevale liturgico"? Gli
manda alla Congregazione una banda di personaggi ultrarivoluzionari, capeggiati
da Claudio Maniago, ex coadiutore dell'arcivescovo di Firenze ("La Messa
va trasformata in una sala di regia" affermava a Firenze... ai tempi dello
scandalo della Regina della Pace) e poi lo umilia, come avrebbe fatto il
peggiore dei dittatorelli sudamericani, pubblicamente... Toglie il cardinal
Burke dalla Segnatura Apostolica e gli concede la carica onorifica di
Protettore dei cavalieri di Malta... poi lo toglie anche di lì commissariando
l'Ordine degli stessi Cavalieri. Ma il suo capolavoro è stato la distruzione,
fatta a sangue freddo, giorno dopo giorno, dell'unico Ordine fiorente nella
Chiesa... un Ordine che aveva un fiorire incredibile di vocazioni, sia nel ramo
maschile che in quello femminile, i Francescani dell'Immacolata; una vicende
infame che la storia ricorderà con i nomi e cognomi degli artefici del
misfatto.
Bergoglio, che sembra una pasta d'uomo, quando si irrita -
d'altra parte, come lui stesso ha rivelato, è stato un cura per alcuni anni da
una psicanalista ebrea - diventa un vulcano in eruzione, non accetta che si
metta in discussione il suo "Verbo", si lega al dito il nome di
chiunque sia non solo un "Cattolico fedele alla Tradizione" ma anche
il nome di chi gli sta vicino o sia in odore di "tradizionalismo" e
addirittura afferma che: "Vi sono anche le resistenze malevole che
germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira
intenzioni cattive" ... Lo zio Adolfo, o "Beppino" Stalin non
avrebbero detto diversamente.
I suoi "nemici" sono, ad esempio, i militanti Pro
Life, che hanno, criticato il suo endorsement alla "eutanasia
nascosta" nella legge sul testamento biologico, sono coloro che sono
contrari a un'invasione islamica della loro Patria e che si oppongono -
interpretando l'aspettativa della gran parte dei cittadini cattolici italiani -
alla legge JUS SOLI che vorrebbe dare indiscriminatamente la cittadinanza italiana,
a tutti quelli che arrivano in Italia... legge abbandonata perfino dai pidioti
ma rivendicata dalle truppe cammellate bergogliane...
Insomma mentre Galantino, il Segretario della CEI a cui
"fanno schifo e provocano disgusto i volti di coloro che sgranano rosari
davanti agli ospedali dove si pratica l'aborto", pensa ai "pro
life" iniziando nei loro confronti una sorta di persecuzione tanto feroce
quanto stupida (usa come Pasdaran il Presidente del Movimento per la Vita
Gianluigi Gigli, un vecchio trombone, rottame montiano, parlamentare uscente e
che quindi dovrà dare l'addio allo stipendio... ma che spera, ora, in qualche
carica forse promessagli dallo stesso Galantino, dopo aver inviato una lettera
all'associazione MpV - in cui, tra l'altro, militano ottime persone - invitando
non solo a boicottare la grande Marcia per la Vita che si terrà a Roma a
maggio... ma ordinando anche di "evitare", e mettere nel ghetto degli
intoccabile, personaggi, di cui, tra l'altro, fa nomi e cognomi, accusati di
non essere "bergogliani doc"... Insomma una vera e propria lista di
proscrizione.
Ora sembra che, come del resto fanno tutti i dittatori, in
Vaticano ci si appresti a formare una sorta di Corpi di Polizia Speciale:
l'OVRA (Opera Volontaria Repressione Antibergoglio) di cui potrebbe prendere il
comando Massimo Introvigne, l'ex guardia del corpo di Mons. Lefebvre e
caporione dell'allora "Alleanza Cattolica", già distintosi nella
persecuzione dei Francescani dell'Immacolata e nella "censura" - insieme
al prete guerrigliero Leonardo Boff - allo scrittore Vittorio Messori, reo di
aver criticato - seppur sommessamente e cautamente - il Vescovo di Roma.
A capo dell'altro Corpo di Polizia Speciale, ovvero la
GAYSTAPO, potrebbe andare il giornalista Andrea Tornielli, un linguacciuto
personaggio detto "Il Formichiere" che, tornando all'episodio
dell'incipit descritto da Gianna Preda, avrebbe forse scelto anche lui di
"dare al Duce del momento" quella parte anatomica... se ne fosse
stato costretto naturalmente; un personaggio, il Tornielli, adatto a difendere,
usando ogni mezzo, dalla delazione alla calunnia, l'opera del "Conducator
argentino" se è vero che "è l'aratro che traccia il solco ma è la
spada che lo difende".
Pucci Cipriani
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