"C'è
un libro della vita e c'è un libro della morte. In questo libro della morte la
data del 22 maggio 1978 è scritta con caratteri di sangue, il sangue di quasi
sei milioni di vittime, a cui vanno aggiunti i 50 milioni di bambini uccisi
ogni anno nel mondo. 137.000 al giorno, 5700 all'ora. Non vogliamo far passare
questo anniversario senza chiedere di abrogare la legge 194 e, in attesa che si
arrivi a questo, di togliere immediatamente dalla spesa pubblica 2-300 milioni
che ogni hanno sono dedicati ad uccidere i nostri bambini (...) la nostra è una
società molto ipocrita, ormai pratica l'eugenetica e l'infanticidio di Stato,
di cui abbiamo avuto un drammatico esempio in Gran Bretagna con l'uccisione del
piccolo Alfie."
(Virginia
Coda Nunziante, al termine della VIII Marcia per la Vita tenutasi a Roma il 19
maggio 2018)
A tre giorni della Grande
Marcia per la Vita che si è tenuta a Roma sabato 19 marzo mi ero perso d'animo:
il pullman che avevamo fissato e che, grazie ad Ascanio Ruschi e
all'indimenticabile padre Serafino Lanzetta (ahimè quanto rimpianto in questo
deserto fiorentino dove l'abilità della Curia è riuscita, con il consenso degli
interessati, a fare una eutanasia della Tradizione) organizziamo ogni anno, da otto
anni a questa parte, per dare a tanti la possibilità di recarsi a Roma a
manifestare in favore della vita, dal concepimento alla morte naturale, contro
il crimine orrendo dell'aborto, era pressoché vuoto... ma all'antivigilia è
avvenuto il "miracolo" e sono fioccate le prenotazioni non solo dalla
città ma anche dai paesi della provincia e il pullman — un grazie anche
all'amico Leonardo Rossi! — si è riempito.
Pensavo, con amarezza, fino
al giorno prima, alla vergogna che nessun sacerdote si fosse sentito in dovere
di accompagnare la nostra comitiva ed eccoti, invece, anche tre preti in talare,
combattivi, pieni di entusiasmo, con i loro giovani, con la loro gente, tre
preti che riscattano la viltà di tanti conigli: don Gianluca (che fu con noi
anche lo scorso anno) che ha guidato, all'andata e al ritorno, il Santo
Rosario, don Stefano e Fratel Giuseppe... e poi gli amici fiorentini di sempre,
tanti giovani di "Verità e Vita", giovani di Larciano, di Lucignano,
di Pisa, di Borgo San Lorenzo...
Abbiamo con noi quello che,
ormai, è diventato il nostro simbolo identitario: un grande striscione — ideato
e realizzato anni fa dall'allora quindicenne Gabriele Bagni — con l'effige di san
Pio X e con le parole di quel Papa Santo: "Vi chiameranno papisti,
retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri".
E via, alla volta della Città
Santa dove una fiumana di persone con striscioni, bandiere, stendardi e croci,
magliette con il logo della Marcia della Vita... e tante, tante persone,
tantissimi giovani...
Sì, troppe croci, troppe
tonache, troppe suore, aveva detto e scritto Gianluigi Gigli, l'ex parlamentare
sonoramente trombato, Presidente del così detto Movimento della Vita (che poi è
come l'araba Fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa) che si
sentì in dovere di scrivere una lettera a tutti i Presidenti dell'Associazione
invitandoli a non aderire e, semmai, boicottare la Marcia per la Vita.
E, invece, quest'anno, nel quarantesimo
anniversario dell'approvazione della criminale legge 184, che ha fatto 6
milioni di morti, "ad memoriam" del piccolo martire Alfie Evans,
assassinato dai boia inglesi (legislatori, giudici e medici) con la fattiva
collaborazione dei vescovi a cominciare da quello di Liverpool che ha avuto la
spudoratezza di invitare i genitori del bambino ad affidarsi a quei i medici
(assassini) che hanno fatto morire Alfie — che ha resistito incredibilmente per
tre giorni — togliendogli l'ossigeno... quindi un'atroce morte per
soffocamento.
Quest'anno il corteo
dell'ottava edizione della Marcia è ancor più imponente degli scorsi anni e
sfilano a migliaia e migliaia giovani, intere famiglie, papà e mamme... nonni e
nonne con i carrozzini, medici, infermieri e farmacisti con il camice bianco, e
poi, con le loro bandiere, i giovani, particolarmente numerosi di "Italia
Cristiana" con Fabrizio Verduchi e di "Militia Christi" con
Fabrizio Lastei, due colonne portanti della Tradizione, membri di congregazioni
e confraternite religiose, centinaia di giovani suore e tantissimi sacerdoti
(in talare, on. Gigli! e con tante croci portate senza vergogna, con orgoglio,
caro Onorevole Gigli, ex Presidente del così detto MpV), gli eroici frati
dell'Immacolata (che vivono in semiclandestinità dopo la soppressione
dell'ordine nel tentativo, andato a vuoto, di incamerarne i beni.... che erano
invece dei laici. La Fraternità Sacerdotale San Pio X, guidata da don Emanuel
du Chalard, a cui si deve la conservazione della Messa in rito romano antico,
la "Messa di sempre" e di tutti, i sacerdoti del Verbo Incarnato,
tantissimi preti diocesani e di vari ordini religiosi, l'ICRSS di Gricigliano
(Fi), e, in mezzo a loro, S. E. il Cardinale Raymond Leo Burke, Mons. Carlo
Maria Viganò, Nunzio Apostolico Emerito negli Stati Uniti d'America, mons. Luigi
Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara Comacchio.
Apriva il corteo una
delegazione con un grande striscione "Ottava marcia per la Vita"
dietro al quale vi erano quindici sindaci, con fascia tricolore delle varie
città d'Italia, a cominciare da Verona, l'on. Giorgia Meloni, Presidente di
FdI, gli Onorevoli Lorenzo Fontana, Vicepresidente della Camera, Giancarlo
Giorgetti, Capogruppo della Lega alla Camera, il Senatore Simone Pillon, della
1° Commissione Affari Costituzionali, l'ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno con
le delegazioni "Pro Life" provenienti dai cinque Continenti.
Seguiva il "Trenino
della vita" stracolmo di bimbi... di mamme, di papà... e poi l'immane
fiumana del "popolo della vita" di gente pronta al "Bonum
certamen"... c'è un clima fraterno e mi commuovo nello stringere decine e
decine di mani e di salutare tanti, tanti, amici e "camerati" di
cinquant'anni di battaglie, "i vecchi e i giovani", parafrasando
Pirandello: innanzi tutto Roberto de Mattei, che è stato nell'arco della mia
vita, uno dei punti di riferimento sicuri, con... tutta la sua famiglia, sempre
al servizio della buona causa; con lui fissiamo un Convegno che si terrà a
Firenze il 6 giugno su "Fatima, la crisi della Chiesa e Papa
Francesco"... verranno l'ex Presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e
il prof. Massimo de Leonardis, oltre, naturalmente, a Roberto de Mattei. Poi un
saluto e un ringraziamento a Donna Virginia Coda Nunziante; riabbraccio due
cari e vecchi (non certo di spirito) amici: Andrea Cristoforo e Marco Clarke,
rivedo, come ogni anno (e lo immortalo nella foto ricordo) l'amico carissimo
Fabrizio Verduchi, poi Fabrizio Lastei. Ed ecco un'altra foto di gruppo con il
Capitano Cesare Maria Glori, l'onorevole Simone Pillon ("Certo, verrò
assai volentieri, a settembre a parlare a Firenze contro l'aborto") e poi
Gianni Turco ed Emanuel, Giuilo Panella e Guido Vignelli poi Giovanni Gasparro,
che io (e non solo io) considero il maggiore artista italiano vivente, con le
sue tele sublimi, e ancora l'architetto De Meo Arbore (che non riconoscevo dopo
il "taglio" della barba!), l'Abbé Emanuel du Chalard che mi fece
conoscere il grande Monsignor Marcel Lefebvre, il nostro caro Kevin Marcel
Chan, Pinardi, Diego Martino Zoia, Montes della TFP, Michel Beghin, l'amico
padovano, gli amici di Genova che mi portano il saluto di Piero Vassallo,
Alessandro Elia (ahi ahi! noto l'assenza di Lorenzo Gasperini...) e tanti
ragazzi e ragazze che erano e verranno anche in seguito a Civitella del Tronto nella
seconda domenica di marzo, per il Convegno della Tradizione Cattolica.... non
vedo fortunatamente Giuda Iscariota (e non l'ho, per la verità mai visto, alla
Marcia per la Vita) che mi propose, a marzo, di... rinnegare la Tradizione e la
"mia" Civitella... povero untorello pieno di prosopopea che ambirebbe
a scranni e cadreghe elemosinando a destra e a manca... ma lasciamo perdere. Mi
commuovono i tanti che mi salutano e mi stringono la mano dicendomi di avermi riconosciuto:
come vorrei stringerli tutti in un forte abbraccio!
Il grande corteo, sempre
ordinato, sempre gioioso, sfila da piazza della Repubblica e si snoda
occupando, dalla testa alla coda, l'intera via Cavour fino ai Fori Imperiali,
per poi giungere sino alla chiesa della Madonna di Loreto a piazza Venezia dove
si è concluso il grande corteo; dal palco, poi, ci sono state alcune
testimonianze toccanti: Janet Moran ha parlato della sua associazione Silent no
more, fondata in America per aiutare le donne. Poi è stata la volta di
Margherita, una giovane donna napoletana, madre di due figli, convinta, lo
scorso gennaio ad uccidere il terzo bimbo, che aveva in grembo, perché
risultato down. Oggi, grazie all'aiuto del suo parroco, ha trasformato il
dolore e il rimorso per la tragica scelta compiuta in una determinata volontà
di combattere l'aborto, affinché altre donne non abbiano a patire la sua stessa
sofferenza; grandi applausi per Federica, una ragazza down romana, che ha
intessuto, con le sue parole un vero inno alla vita, raccontando come e quanto
la sua vita sia felice, bella e assolutamente degna di essere vissuta, per il
fatto di sentirsi amata e accolta da tutti; poi la drammatica testimonianza di
Viviane, la madre di Vincent Lambert, il 41enne tetraplegico francese, da dieci
anni in stato vegetativo, ricoverato presso l'ospedale di Reims. Benché non si
tratti di un malato terminale, i medici sarebbero intenzionati a interrompere
l'idratazione e l'alimentazione, provocandone di conseguenza la morte. Solo la
ferma opposizione dei genitori ha finora fermato la loro mano. Viviane, la
madre, autrice di una lettera al Presidente Macron in proposito, ha assicurato
come non intenda trasformare suo figlio Vincent "nel portabandiera
dell'eutanasia, bensì nel portabandiera della vita".
Una giornata che ci ha ridato
davvero la "carica" e che ci sprona al "Bonum certamen"
nonostante le tante amarezze, la viltà altrui, l'opportunismo, il carrierismo
di tanti.... A proposito ho rivisto i vecchi amici del Cenacolo della Santa
Croce... ne avevo già parlato con il Conte Capponi: lo rifonderemo nella nostra
Firenze. E anche questo grazie a questa grande manifestazione in difesa della
vita.
Pucci Cipriani